50 MINUTI PER RIFLETTERE E FANTASTICARE

di Giacomo Guidetti

Già programmato per l’inizio di Dicembre 2020, finalmente va in scena al Teatro Franco Parenti 50 minuti di ritardo della giovane compagnia teatrale Malmadur (termine che in friulano significa proprio “acerbo”, “immaturo”).  

L’idea dello spettacolo nasce dall’esperienza di una delle attrici della compagnia che, sul volo di ritorno da Mykonos, rimane bloccata sull’aereo per 50 minuti prima del decollo, a causa della presenza di due immigrati irregolari che stavano tentando di imbarcarsi per l’Italia. Da questo trascurabile avvenimento proviene lo spunto sul quale si articola l’intero spettacolo: che cos’è l’attesa? Qual è la percezione che abbiamo di essa? Perché sentiamo sempre la necessità di ingannare il tempo?

Se è vero che l’attesa è “guardare insieme nella stessa direzione”, lo spettacolo si propone di costruire una vera e propria comunità tra gli spettatori seduti in platea, al fine di coinvolgerli in prima persona nella creazione stessa della trama. Per fare ciò, a tutti i presenti è chiesto, prima di prendere posto, all’inizio della serata di inserirsi in un gruppo WhatsApp attraverso il quale scegliere materialmente cosa fare accadere nel corso dello spettacolo. Invece, a chi sceglierà di non essere coinvolto nel gruppo virtuale spetterà comunque la decisione di sottrarsi o meno alle distrazioni dei performer e quella di modificare la drammaturgia della rappresentazione.

La scelta registica di utilizzare proprio il cellulare (e quindi il gruppo di messaggistica istantanea) come medium di comunicazione tra platea e palco – chiariscono gli attori stessi della compagnia – risponde esattamente alle logiche della contemporaneità in cui viviamo, che ha nei mezzi tecnologici il principale strumento di distrazione, per quanto inconsistente o futile questa distrazione possa essere.
Il protagonista di questo viaggio nell’immaginazione diventa, così,  il grande schermo posto sul palco, sul quale sono proiettati i dispositivi del pubblico e quelli di tre performer. Quindi lo schermo  funge da collegamento tra la comunità fisica di spettatori-astanti e quella virtuale di spettatori-partecipanti. Ed è precisamente da questa ambivalenza che si genera lo spettacolo, il quale non può non avere come spazio privilegiato il teatro stesso, luogo tradizionalmente di fruizione fisica che ora, adattandosi ai tempi, si presta anche ad accogliere lo spazio virtuale della rete. 

Per maggiori informazioni clicca qui.

regia e drammaturgia Alessia Cacco e Jacopo Giacomoni
ideazione e realizzazione (in ordine alfabetico)
Elena Ajani, David Angeli, Alessia Cacco, Jacopo Giacomoni, Davide Pachera, Marco Tonino

assistente alla regia Eleonora Bonino
organizzazione Marco Tonino

produzione Malmadur in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana
in collaborazione con Evoè!Teatro

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