di Silvia Bellinzona
In questa stagione di rinascita e di esplosione della bellezza, anche i sentimenti si ridestano dal torpore invernale e, il 18 marzo, nella Sala Grande del Parenti, si dipingono nella forma delle poesie d’amore di Giovanni Testori, lette da Lino Guanciale.
Ci sono alcune tematiche che non passano mai di moda, che in ogni tempo e in ogni realtà hanno qualcosa da dire in modo inedito ed originale, capaci di raccontare l’esperienza universale insieme con quella individuale e intima di chi si affida a loro per confessare la propria storia.
Anche le forme stesse in cui vengono plasmati questi preziosi frammenti di vita sono molteplici e si riversano in tutte le arti: dalla pittura alla scultura e, ovviamente, alla letteratura. La scelta tra le infinite possibilità di espressione è ardua, anche se, per parlare d’amore, la poesia ha sempre avuto una voce speciale.
La raccolta L’amore di Giovanni Testori, pubblicata da Feltrinelli nel 1968, narra di questo sentimento meraviglioso e del suo potere totalizzante e incondizionato, libero ed eterno, ma anche privato. Quella di Testori è una poesia fisica, che appare quasi scolpire gli audaci giochi linguistici per creare immagini ricche e profonde, con, al tempo stesso, slanci verso una dimensione più metafisica e incorporea. Il tutto sarà letto da un cantore d’eccezione: Lino Guanciale.
Non resta, dunque, che mettere un attimo in pausa il trambusto della quotidianità per dedicarsi a “come l’uom s’etterna”.
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