Totus mundus agit histrionem: I 3 motivi per cui non dovreste perdervi “Who is the King”

di Valeria Nobile

Dal 23 al 30 luglio le porte della Sala Grande del Teatro Franco Parenti aprono per la seconda tranche di “prove aperte” di Who is the king – Da William Shakespeare. La serie, in vista della messa in scena ufficiale il prossimo ottobre. Un’occasione unica per vedere i retroscena di uno spettacolo – anzi di una vera e propria serie teatrale – che si preannuncia più che mai innovativo e ben costruito. Se la nostra presentazione ancora non vi ha convinto, ecco qui i tre motivi per cui non dovreste farvi scappare nemmeno un episodio di Who is the king:

  1. Una trama che non ha nulla da invidiare a Il Trono di Spade: lo possiamo confermare, Who is the king è manna dal cielo per ogni “Telefilm addicted” o, nel nostro caso, “Theatre addicted”. Con una drammaturgia fresca, accattivante e mai noiosa, ogni episodio contiene tutti gli ingredienti che possono creare una sana dipendenza da teatro: colpi di scena, intrighi, battaglie e conflitti generazionali. Se il primo episodio si concentra sulla sfortunata vicenda del Riccardo II, con il secondo ci spostiamo in là nel tempo, assistendo alle vicende raccontate nell’ Enrico IV – parte I. Un re affaticato, tormentato dai sensi di colpa, dai tradimenti e soprattutto dal suo più grande cruccio: il suo erede al trono, il giovane Enrico che sembra non volerne sapere di fare il re e passa le sue giornate tra compagnie dissolute. Ma, si sa, è tutto un grande bluff: il principe di Galles è molto più di ciò che sembra.

2. Una regia attenta ai dettagli. La storia d’Inghilterra, così come la racconta Shakespeare nei suoi drammi storici, acquista nuova forza grazie anche alla regia precisa, e a tratti quasi cinematografica, di Lino Musella e Paolo Mazzarelli. Nulla è lasciato al caso: una recitazione dal ritmo incalzante, attori preparatissimi – tra cui ricordiamo i “tre Enrico” protagonisti del secondo episodio: Massimo Foschi, Marco Foschi e Josafat Vagni – sono solo alcuni dei punti di forza di questi spettacoli. Particolare encomio meritano poi i costumi di Marta Genovese e le musiche di Luca Canciello, determinanti nel delineare e arricchire le vicende storiche (e umane) che vediamo in scena. Geniale, ad esempio, l’idea di abbigliare “Gianni” Falstaff con una maglietta su cui troneggia la scritta “FALSE”, una scelta oltremodo evocativa dell’essenza stessa del personaggio in scena.

3. William is the king.Chi sei tu? Chi è il re?”. La domanda che riecheggia in tutti gli episodi e che tormenta Bolingbroke in battaglia ha una sola risposta: Shakespeare is the king. Sebbene attinga liberamente alle fonti – storiche e non- adattandole a quei valori che all’epoca per lui e per l’Inghilterra erano importantissimi, la sua unicità e immortalità risiede nella capacità di costruire caratteri e personaggi efficaci, che non sono prevedibili e che emozionano il pubblico anche a distanza di secoli. La storia inglese e, più in generale la storia umana, non è mai stata così viva. I personaggi shakespeariani sono personaggi sfaccettati che non sono mai contenuti in un solo ruolo: nessun personaggio è totalmente buono o totalmente cattivo.

Intanto, guarda, chi fa Shakespeare deve essere per forza bravo”, si sente una signora spiegare all’amica dal fondo sala. Non si rimane certo delusi: questa serie shakespeariana tutta teatrale fa rimanere con il fiato sospeso, fino all’ultimo secondo, quando le luci si spengono e tutto rimane fermo proprio sul più bello. Un’ impresa che in Inghilterra si è già rivelata vincente come dimostra il successo di The Hollow Crown -miniserie televisiva della BBC che ripercorre i drammi storici di Shakespeare – e che in Italia si prospetta altrettanto fortunata e soprattutto innovativa nel riproporre il teatro come mezzo ideale non solo per intrattenere, ma anche per farci riflettere sul nostro ruolo nel grande palcoscenico del mondo.

WHO IS THE KING

Da William Shakespeare – la serie 

drammaturgia e regia Lino MusellaPaolo Mazzarelli
supervisione alla regia Andrea Baracco

luci Pietro Sperduti
scene Paola Castrignanò
sound design e musiche originali Luca Canciello
costumi Marta Genovese

con
Massimo Foschi, Marco Foschi, Annibale Pavone, Valerio Santoro, Gennaro Di Biase, Josafat Vagni, Laura Graziosi, Giulia Salvarani, Paolo Mazzarelli, Lino Musella

Produzione Teatro Franco Parenti, La Pirandelliana, MARCHE TEATRO

per maggiori informazioni cliccate qui

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