Nei bassifondi dell’anima, intervista ad Alberto Oliva

di Giovanni Piras

Con Prospettiva Dostoevskij tre spettacoli di avvicinamento teatrale al geniale scrittore russo accompagnati da un percorso di lectio e incontri, per andare sempre più a fondo nella comprensione di Delitto e castigo. Guidano la discesa nel sottosuolo dell’animo umano la regia di Alberto Oliva e le interpretazioni di Mino Manni.

Spesso abbiamo paura di guardaci dentro, temiamo (a buona ragione) quelle tenebre e quella vertigine che contraddistinguono l’animo umano: Fëdor Dostoevskij (1821- 1881) in Delitto e castigo e ne I fratelli Karamazov ci aiuta a vincere questo timore, mettendoci davanti a degli uomini consapevoli delle loro oscurità.

Per quale motivo adattare un’opera capitale come Delitto e castigo in una pièce teatrale? Per conoscere il lavoro vi si nasconde dietro abbiamo incontrato Alberto Oliva, giovane regista teatrale con più di quindici spettacoli all’attivo, ormai assiduo frequentatore dei romanzi di Dostoevskij e firma delle tre creazioni di Prospettiva Dostoevskij.

 

Com’è nato il progetto sui romanzi di Dostoevskij della sua Compagnia?

Tutto nasce nel 2011 quando io e l’attore Mino Manni fondiamo la compagnia I demoni in residenza. È capitato nella vita di entrambi di incontrare questo autore straordinario e di non riuscire più a fare a meno della straordinaria grandezza dei suoi testi. Quando ci siamo ritrovati a lavorare insieme abbiamo scelto come nume tutelare Dostoevskij: sentiamo di voler scrivere dei testi nostri ma non ci sentiamo in grado di farlo partendo da zero, per questo abbiamo deciso di prendere un materiale narrativo sconfinato e meraviglioso come il suo e adattarlo. Siamo autori dentro un autore grandissimo.

Da allora abbiamo iniziato ad affrontare il romanziere russo, ma il nostro sogno è sempre stato quello di trasporre Delitto e castigo. Quando ci si è presentata la possibilità di fare una residenza al Teatro Parenti ci è venuto spontaneo scegliere come argomento Dostoevskij e creare un percorso che fosse un avvicinarsi a Delitto e castigocon due tappe che lo precedono: Il topo del sottosuolo e Ivan e il diavolo.

Possiamo parlare, più che di trasposizioni, di focus su determinate tematiche dei romanzi di Dostoevskij?

Delitto e castigo è una nostra trasposizione del romanzo.Dostoevskij nel suo Delitto e castigo dà vita a un personaggio pazzesco, Svidrigajlov, un uomo di un’umanità devastata, che vive in lotta col destino, in situazioni estreme, scommettendo sempre su di sé. Ne Il topo del sottosuolo ci piaceva l’idea di dedicargli un approfondimento, facendo venire fuori tutta la sua complessità, mettendoci anche del nostro. Certamente ogni trasposizione è un tradimento, un approfondimento, un nostro punto di vista di contemporanei su questo personaggio. I personaggi di Dostoevskij sono degli annoiati dalla vita e dalla quotidianità, per questo cercano di spingere oltre l’asticella del limite, e credo che questa sia la stessa condizione di noi giovani d’oggi. Su questo andiamo a lavorare: il sottotitolo de Il topo del sottosuolo è una storia di ozio e depravazione. Depravazione per sentirsi vivi.

Tre spettacoli legati dal filo rosso dell’introspezione, tre personaggi sperduti nel sottosuolo del loro animo…

Si dice di Dostoevskij: non sei tu che lo leggi ma è lui che legge te. In qualunque romanzo ti ritrovi in qualcuno: identificandoci con questi personaggi riconosciamo la possibilità del male in noi e così saremo capaci di affrontarlo. C’è da aggiungere che Dostoevskij non affronta mai il male nell’uomo in maniera moralista e pesante, anzi, ciò che ci piace è la sua capacità di non giudicare mai i personaggi, di far vivere degli esseri umani nella loro ambiguità e contradditorietà, dando loro la possibilità di comprensione in qualunque atteggiamento, purché umano.

Mettiamo uno spettatore che verrà a vedere gli spettacoli senza aver mai aperto un libro di Dostoevskij: cosa gli consigliamo?

Non c’è da preoccuparsi, ne potrà godere alla stessa maniera, forse anche di più, perché sarà libero dal confronto con il romanzo. Probabilmente se ne innamorerà e vorrà leggerlo. Noi pensiamo a Il topo del sottosuolo come l’incontro del pubblico con Svidrigajlov: venite alla nostra osteria pietroburghese e godetevi questo incontro con una persona, con un’anima, che si apre e si racconta. Non preoccupatevi e lasciatevi andare.

 

Io ed Alberto Oliva ci separiamo. Ma ci rivedremo da martedì 29 novembre in compagnia de Il topo del sottosuolo, primo appuntamento della trilogia, al Teatro Franco Parenti.

 

IL TOPO DEL SOTTOSUOLO
Adattamento di Alberto Oliva e Mino Manni
da Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij
Con Mino Manni
Regia di Alberto Oliva
produzione Teatro Franco Parenti / compagnia i Demoni in Residenza

Lectio e incontri con Sergio Givone, Adriano Dell’Asta, Elena Kostjukovich, Fausto Malcovati, Damiano Rebecchini, Alessio Boni, Sergio Rubini
A cura di Irene La Scala

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