
Dal 4 al 9 febbraio 2014 al TFP lo Studio sul Simposio di Platone di Andrea De Rosa. Il 6 febbraio la lectio magistralis di Umberto Galimberti (Amore e follia) : immaginare – raccontare – capire l’Amore.
Uno spettacolo che affronta l’eros, indomito e dominante, barcollando sul filo sottile che separa l’esplicito dal tabù, ciò che è consentito da ciò che è vietato. Per esempio ai minori di 14 anni…
Eroticocentrismo è la mia parola perché eroticocentrico è il nostro mondo. Constatazione, forse critica, ma spesso sembra di non uscire da questa prospettiva. Siamo immersi in vortici di desideri nascosti, perversioni e provocazioni, ed è il caso di fare una riflessione su questo potentissimo, talvolta “subdolo”, motore che muove pedine e scelte di tanti attori sociali.
Lo fa in parte Andrea De Rosa, regista campano, su un testo di Federico Bellini e con una compagnia di attori emergenti. Il punto di partenza è il Platone del Simposio: lo spettacolo indaga non solo nella parte filosofica di Amore, ma soprattutto nella sua parte più carnale e spudorata.

«E allora dimmi, l’amore è sempre amore di qualcosa?» interroga il maieutico Socrate protagonista del dialogo, domanda che prelude al quesito che anima davvero l’opera: «siamo veramente uno? O siamo solo metà?». Per questo cerchiamo sempre un’altra metà che ci completi? Cerchiamo l’unità, quella che il padre filosofico del parricida Platone, Parmenide, aveva intuito essere all’origine del tutto e aspirazione costante dei movimenti cosmici. Ancora per questo ricerchiamo spasmodicamente un corpo che si affianchi al nostro, e altri corpi con cui condividere epidermicamente quanto scorre dentro di noi?
De Rosa inscena le domande, ma soprattutto le rende immagini calate nella società dell’immagine. Dove la pelle e il cuore contano meno di occhi avidi, di effigi pornografiche spesso vuote: questo spettacolo denuncia, mai “bacchettone”, è piuttosto immedesimato nell’eros di oggi e dimostra una profonda volontà di comprensione. E compassione. Parola che nelle lingue neolatine ha in sé la radice del “soffrire” (cum-passio) ma, come dice Kundera all’inizio dell’Insostenibile leggerezza dell’essere, in lingue come il tedesco ha la radice del “sentire” (Mit-gefühl): provare un sentimento insieme.
Perché, prima di tutto, Amore è un sentimento. È l’esigenza di tornare dalla pelle al cuore. Potrebbe non essere così difficile: potrebbe bastare uno spettacolo come questo, o una rilettura solitaria del Simposio.
STUDIO SUL SIMPOSIO DI PLATONE
di Platone
drammaturgia Federico Bellini, regia Andrea De Rosa, produzione ERT
4|9 febbraio @ Teatro Franco Parenti
e
Giovedì 6 febbraio alle ore 18
Lectio magistralis di Umberto Galimberti — Amore e follia
grazie all’autrice di questo post per avermi incuriosita. ho visto lo spettacolo e mi è molto piaciuto. attori molto bravi! regia originale. spettacolo sessuale e sensuale, coinvolgente.