di Mattia Rizzi
La primavera del 2020 è stata anomala e grottesca: nella stagione più vitale, in un gioco di contrasti e di chiaroscuri, siamo stati costretti a convivere con un ospite mortifero. Per lunghi mesi, sirene di ambulanze hanno fatto da stridente colonna sonora alle nostre vite. I giorni peggiori sono passati, ma alle nostre spalle c’è ancora l’ombra di una tragedia irrisolta.
Nel periodo in cui la crisi ha raggiunto il suo acme, per far fronte all’emergenza e per la salute di tutti, i cittadini hanno sperimentato un isolamento forzato. Nonostante il privilegio (per alcuni) di poter trascorrere la quarantena tra le mura di casa, la quotidianità di ognuno è stata stravolta e la vita frenetica che ci portava a riempire le pagine delle agende si è improvvisamente fermata. Allora ci siamo ritrovati con molto più tempo per riflettere su noi stessi e su chi ci sta attorno. Una delle domande che abbiamo sentito ripetere più volte – e che alla fine ci siamo posti anche noi – è se l’uomo uscirà migliore o peggiore da questa esperienza. Un dilemma di difficile soluzione le cui risposte oscillano sempre tra i due poli opposti. Qualcuno, forse con maggiore pragmatismo, sostiene che ne usciremo uguali a prima.
Di questi e altri temi discuteranno Beppe Severgnini e Carlo Fava durante l’incontro Una stranissima primavera (il 2 luglio alle 21:30). Nella suggestiva cornice dei Bagni Misteriosi, il giornalista e il cantautore avranno modo di riflettere attraverso racconti, poesie e canzoni su questi mesi così cupi caduti nella stagione più colorata, la primavera. Certo, una primavera ben diversa da come l’avremmo immaginata, ma che ci ha dato la possibilità di metterci alla prova, di sperimentare soluzioni alternative, di guardare oltre. Con la riapertura dei teatri abbiamo la possibilità di recuperare una parte della nostra quotidianità: continuiamo allora a porci nuove domande in un rinnovato dialogo.
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di Beppe Severgnini
con Beppe Severgnini e Carlo Fava
Produzione Mismaonda Creazioni live
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