di Alessia Trovato
Shakespea Re di Napoli racconta una storia di amicizia infranta dal sapore seicentesco. E se il misterioso W.H. a cui sono dedicati i 154 componimenti dei Sonetti del drammaturgo di Stratford, fosse napoletano?
Scritto in versi da Ruggero Cappuccio nel 1994, questa storia è apparsa agli spettatori di oggi più viva che mai.
Desiderio è un adolescente quando va a Londra, lasciando Napoli e l’amico Zoroastro, che gli fa da padre. Da lui torna circa 20 anni dopo e gli racconta di essere diventato il maggiore interprete di ruoli femminili nei drammi di Shakespeare, ma a causa della peste i teatri sono stati chiusi e lui è dovuto tornare in patria. La storia è ambientata a Napoli, dove si respira un’amara comicità carnevalesca. Zoroastro non gli crede ma l’altro sostiene di avere come prova i sonetti dello stesso Shakespeare. I due giocano su tema della realtà e della finzione affrontando i quattro cardini della vita: il genio, la bellezza, l’amore e la morte.
Claudio Di Palma e Ciro Damiano sono riusciti nella difficile impresa di trasmettere il loro il messaggio, sebbene in una lingua sconosciuta al pubblico. I due protagonisti mettono a nudo la propria anima e ci mostrano i loro sentimenti invitando gli spettatori a credere che non è mai troppo tardi per realizzare i propri sogni.
La scenografia è minima ed essenziale, niente distrae il pubblico dai versi dei protagonisti che raccontano una storia ai limiti del surreale e carica di sentimento, per la quale non bastano applausi sul finale. Le luci e il suono svolgono un ruolo fondamentale nell’aumentare l’intensità dei versi recitati sulla scena. Un aspetto centrale del testo di Cappuccio sicuramente è la lingua: la scelta del napoletano del Seicento, che condensa in poche parole la materialità e il sogno. Lo stupore delle immagini del grande teatro inglese ritrova così il suo specchio deformante nella città partenopea e soprattutto nella sua lingua.
Per maggiori info clicca qui https://www.teatrofrancoparenti.it/spettacolo/shakespea-re-di-napoli/
testo e regia Ruggero Cappuccio
con Claudio Di Palma e Ciro Damiano
musiche Paolo Vivaldi
costumi Carlo Poggioli
aiuto regia e luci Nadia Baldi
produzione Teatro Segreto
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