di Alessandra Baio
«Chi ne afferma l’onnipotenza è lui stesso la prova vivente che essa onnipotente non è»: così la poetessa Szymborska parla della morte, e di questi versi il Teatro dei Gordi ha tratto una prova “vivente”.
La morte, tanto temuta, esacrata e aborrita (a volte anche invocata), in realtà non è in grado di fare niente, neanche ciò che sarebbe di sua competenza.
Proprio le parole della scrittrice polacca fanno da sottofondo “visivo” allo spettacolo omonimo Sulla morte, senza esagerare in scena al Franco Parenti il 7 e l’8 dicembre.
Il sipario si apre e un uomo con una maschera da tristo mietitore, vestito di tutto punto con tanto di cardigan vintage, siede su una panchina: al suo fianco una valigia e un lampione spento. Il buffo protagonista dai movimenti ipnotici ed enigmatici, muto e mascherato (come tutti i personaggi in scena, del resto), scatena fin da subito l’ilarità del pubblico che lo guarda con simpatia, gli si affeziona. Da quel momento in poi l’intera rappresentazione sarà un susseguirsi sul palco di personaggi diversi, alcuni recalcitranti, altri tristi e rassegnati a passare nell’Oltremondo. La scelta del regista Riccardo Pippa di tramutare il palco in una “terra di mezzo” che separa l’aldiqua dall’aldilà è geniale: lo spettatore comprende senza bisogno di spiegazioni che le quinte di destra rappresentano la vita, mentre quelle di sinistra la morte.
Il momento del trapasso è quasi sempre carico di ironia, soprattutto quando la musica che lo accompagna da marcia funebre si trasforma in una dolcissima canzonetta caraibica, che invita i personaggi a lanciarsi in balli comici e contagiosi.
Mentre il silenzio in sala regna sovrano, il pubblico non può fare a meno di non ridere delle peripezie della povera Morte che, davvero, non riesce a farne una giusta. La “Grande Livellatrice” viene ridicolizzata a tal punto che lo spettatore si dimentica che ciò che sta accadendo sotto i suoi occhi non è altro che una nutrita serie di decessi.
In uno spettacolo come questo, totalmente privo di dialoghi, l’uso del corpo è fondamentale, e i quattro giovani attori lo sanno bene. La recitazione dei Gordi è super-efficace: i movimenti sono misurati, magnetici ed eloquenti senza mai strafare; l’interpretazione delle parti femminili risulta convincente e realistica senza mai eccedere.
La parte più rivoluzionaria della pièce ha luogo al termine della rappresentazione, quando gli attori, dopo aver posto le maschere sulla panchina, invitano gli spettatori ad avvicinarsi, e a toccarle, ma soprattutto a porre domande, critiche, commenti, ovazioni, insulti, lodi, improperi… insomma, qualsiasi cosa venga loro in mente. Non mi era mai capitato che, al termine di uno spettacolo, i teatranti dessero la propria completa disponibilità al pubblico e questa è stata per me una decisione non solo coraggiosa, ma straordinariamente vincente! Bravi!
Per maggiori informazioni clicca qui
https://www.teatrofrancoparenti.it/spettacolo/sulla-morte-senza-esagerare/
ideazione e regia Riccardo Pippa
di e con Giovanni Longhin, Andrea Panigatti, Sandro Pivotti, Matteo Vitanza
scene, maschere e costumi Ilaria Ariemme
disegno luci Giuliano Bottacin
cura del suono Luca De Marinis
tecnico audio-luci Alice Colla
organizzazione Camilla Galloni
distribuzione Monica Giacchetto
foto Laila Pozzo
produzione Teatro dei Gordi / Teatro Franco Parenti
con il sostegno di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo – Progetto Next – Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo – TIEFFE Teatro Milano – Armunia – Campo Teatrale di Milano – Centro Artistico Il Grattacielo – Centro Teatrale MaMiMò- Mo-wan teatro – Sementerie Artistiche – Concentrica 2016 – Asti Teatro
Selezione Visionari Kilowatt Festival e Artificio Como 2016
Vincitore all’unanimità del Premio alla produzione Scintille 2015
Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro 2015, indetto dall’Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine: spettacolo vincitore del Premio Speciale, Premio Giuria Allievi Nico Pepe e Premio del Pubblico
Premio Hystrio-Iceberg 2019
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