L’infinito tra parentesi: viaggio tra poesia e scienza

di Mattia Rizzi

Due vertiginose librerie e due lavagne poste l’una di fronte all’altra a rappresentare due mondi opposti: così vediamo incorniciata la piacevole conversazione tra il professor Giorello, Ordinario di Filosofia della scienza all’Università degli Studi di Milano, e Marco Malvaldi, chimico e scrittore. Il Teatro Franco Parenti il 5 dicembre ha infatti ospitato la presentazione del libro L’infinito tra parentesi, le cui pagine hanno preso vita nell’omonimo spettacolo (in scena fino al 15 dicembre) grazie a Maddalena e Giovanni Crippa. I due attori, fratelli nella vita e in scena, recitano la parte di Francesca e Paolo, due professori universitari – lei umanista, lui scienziato – i cui mondi si scontreranno inevitabilmente.

Tema cardine del libro e della messa in scena è il rapporto tra quelle che siamo ormai soliti chiamare le «due culture»: scientifica e umanistica. Intento di Malvaldi è dimostrare come questi due mondi, apparentemente incomunicabili, in realtà siano costantemente in contatto tra loro. Nel saggio l’autore va a caccia di intuizioni poetiche precorritrici di future scoperte scientifiche. «Del resto» commenta Giorello parafrasando Blake, «ciò che ora è dimostrato fu un tempo solo immaginato».

Il professore e il chimico rievocano nomi celebri, spaziando dall’empirista Hume fino al naturalista Darwin. Aprono poi una divertente parentesi sul tacchino di Russell, che si affidò al metodo induttivo e – benché le prove da lui raccolte lo portassero a credere il contrario –  finì comunque per essere mangiato dai suoi padroni. L’episodio apre una riflessione sul tema dell’errore, centrale nella processo di conoscenza dell’essere umano: si impara anche commettendo sbagli.  

La conversazione tra i due – perché di questo si è trattato, piuttosto che di una semplice presentazione del libro – oscilla tra il serio e il faceto, alternando anche momenti di erudizione pura, numerose sono infatti le poesie citate interamente a memoria. Ma allo stesso tempo i due interlocutori riescono nel loro intento divulgativo alleggerendo i loro interventi con aneddoti simpatici, lasciando così più facilmente traccia nella nostra memoria.

Ho avuto modo di chiedere allo scrittore cosa pensasse dello scollamento tra le «due culture», già denunciato come un male dal fisico Snow nel suo libro Le due culture, da cui la celebre espressione deriva. Anche per Malvaldi l’allontanamento è innaturale: di fatto le due realtà si influenzano vicendevolmente e ognuna aiuta l’altra a svilupparsi. Non sarà certo un caso dunque che Maxwell nel 1871 nella Storia della teoria cinetica dei gas confessi di essersi ispirato al De rerum natura di Lucrezio per sviluppare la propria teoria.

Per maggiori informazioni sulla conversazione clicca qui

Per informazioni sullo spettacolo clicca qui

Conversazione con Marco Malvaldi e Giulio Giorello

L’infinito tra parentesi. Storia sentimentale della scienza da Omero a Borges

In collaborazione con Rizzoli

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