di Valeria Lynn Rodda
Il 13 Giugno una serata che dà l’opportunità al Teatro Franco Parenti di “trovare il proprio senso” con la messa in scena di SENZA PARLARE. Una riflessione sulla disabilità comunicativa, per sensibilizzare il pubblico sul diritto alla comunicazione e il cui ricavato andrà a sostegno della Fondazione Benedetta d’Intino Onlus.
È il diciottesimo compleanno di Sara e suo fratello Marco le organizza una festa, ma non è propriamente quella che lei vorrebbe. Sara soffre di paralisi cerebrale di tipo spastico e ciò non le permette di spiegare al fratello cosa desidera davvero.
Tutto ciò che in questa giornata dovrebbe essere normale, diventa eccezionale.
Senza Parlare narra la parabola di un’esistenza fatta di grande sofferenza ma al contempo di piccole cose che diventano estremamente importanti ed estremamente gioiose nel momento in cui vengono conquistate. Con naturalezza e autenticità i due attori (Caterina Bernardi e Marco S. Bellocchio) portano sul palco due fratelli insieme a tutte le loro difficoltà nell’imparare a conoscersi, riconoscersi e a comunicare tra loro.
La scelta registica di intersecare due piani di rappresentazione risulta vincente. Sara non è rappresentata realisticamente immobile sulla sedia a rotelle, ma le viene data la possibilità di esprimere attraverso la voce e il corpo tutti i propri pensieri e le proprie emozioni.
La relazione tra i due personaggi viaggia su due piani differenti. Quello reale del fratello Marco (che interagisce con la Sara sulla sedia a rotelle) e quello iperreale si intrecciano con fluidità a rappresentare le diverse fasi di un rapporto fraterno che deve affrontare le sfide dell’incomunicabilità.
Con semplicità Caterina Bernardi è stata in grado di mostrare allo spettatore l’intero spettro emotivo di Sara e di rappresentare perfettamente il delicato passaggio dall’adolescenza all’età adulta. È soprattutto riuscita a trasmettere le ambivalenze della vita di una ragazza disabile, in un’esistenza che oscilla tra la dipendenza dagli altri e l’affermazione della propria autonoma identità, in cui ogni conquista è reale, sudata e voluta.
La scenografia sostiene i ricordi d’infanzia, gli oggetti che sono la sintesi perfetta del legame fraterno, i “reperti” di una vita. Sopra scorrono le immagini del film preferito di Sara, Colazione da Tiffany, in un continuo parallelismo tra la sua emotività e quella di Holly Golightly.
Tutto poi si trasforma in un suggestivo teatrino guidato da Marco e dalla presenza della stessa Sara a raccontare un mondo onirico per la prima volta condiviso da entrambi.
Uno spettacolo della compagnia about:blank intenso e ironico che pone il pubblico davanti alla disabilità comunicativa e lo porta alla consapevolezza che il silenzio non corrisponde all’assenza, ma come il mare “dove non ci sono parole c’è sempre suono”.
Per ulteriori informazioni clicca qui
uno spettacolo di about:blank
prodotto da Teatro Comunale Giuseppe Verdi Pordenone
con il sostegno di Fondazione Friuli
drammaturgia e regia Lisa Moras
scenografia e costumi Stefano Zullo
musiche e disegno luci Alberto Biasutti
con Marco S. Bellocchio e Caterina Bernardi
un progetto avviato dal Centro Benedetta D’Intino Onlus e Fondazione Paola Frassi
distribuzione Associazione Culturale Speakeasy
Rispondi