di Francesca Faccani
Fino al 12 maggio al Teatro Franco Parenti è in scena “Il piacere dell’onestà”, commedia pirandelliana in tre atti diretta da Liliana Cavani e interpretata da Geppy Gleijeses e Vanessa Gravina.
Dal 2 al 12 maggio il Teatro Franco Parenti ospita una produzione di Gitiesse, Artisti riuniti diretta dalla regista Liliana Cavani, in questi anni impegnata sul piccolo schermo con fiction televisive. La pièce è stata ideata da Pirandello nel 1917 al vertice del suo periodo umoristico-grottesco e ha la durata di 1 ora e 40 minuti.
Il teatro umoristico si propone di mettere in luce le tante maschere dell’essere umano, e quale miglior palcoscenico se non una famiglia borghese italiana?
Ne Il piacere dell’onestà il protagonista è proprio l’onestà, rappresentata da Baldovino (Gleijeses), gentiluomo a cui viene chiesto di ricoprire i panni del marito di una donna adultera e di padre del suo bambino, al fine di celare questo ‘crimine’. Quella dell’onestà è una maschera che assimila il personaggio, e che, come tale, è inevitabilmente destinata ad incrinarsi.
La commedia, che più volte tocca vette prettamente tragiche, si sviluppa nel tempo in cui questa “maschera grottesca alla fine diventa un volto rigato dalle lacrime” – come racconta Pirandello il suo personaggio. La Cavani indaga i meccanismi che giacciono dietro ai veli dell’apparenza; studia quel sottile divario tra l’essere e il voler essere. Il risultato è una pièce incredibilmente attuale che a distanza di un secolo continua a parlarci e, indelebilmente, a turbarci.
Tra asserzioni come “Tengo moltissimo a questa finzione” e “Questa mia onestà è fittizia”, i due attori principali si fanno interpreti perfetti di questa messa in scena comica ma così realistica. Gli attori, sette, si muovono tra la scenografia di un’architettura minima in maniera cadenzata, regolare, guidati ingegnosamente da Cavani. Il setting è stato costruito in perfetto stile razionalista. Sono tre mura domestiche, le cui colonne alte e gli angoli spigolosi incarnano il rigore e l’intransigenza della società borghese italiana dei primi anni del Novecento.
Il punto sul quale Cavani concentra il maggior peso è l’atemporalità che caratterizza l’opera. Non c’è stato bisogno di vestire i personaggi in abiti contemporanei per evidenziarne i connotati simbolici che arrivano direttamente fino a noi. Il teatro pirandelliano delle maschere non è altro che la rappresentazione di un gioco di contrari, in quest’opera presentato come un vortice tra l’innocente desiderio di onestà e la ricerca di un’onesta apparenza.
Voglio essere così dunque sono. Ma cosa sono? Baldovino sarà mai il vero protagonista, un onesto padre e marito, o il tentativo di onestà non maschererà mai la finzione a cui ha accettato di far parte?
“Ecco chi siete. Questo.” Avete fino al 12 maggio per scoprirlo.
Per altre informazioni clicca qui.
di Luigi Pirandello
con Geppy Gleijeses, Vanessa Gravina
e con Leandro Amato, Maximilian Nisi, Tatiana Winteler, Mimmo
Mignemi, Brunella De Feudis
regia Liliana Cavani
produzione Gitiesse Artisti riuniti
in coproduzione con Fondazione Teatro della Toscana
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