Non si è mai troppo Magris

di Matteo Resemini

Tanti auguri Claudio Magris! Lunedì 15 aprile, alle ore 18.30, Claudio Magris festeggerà il suo ottantesimo compleanno in compagnia del Teatro Franco Parenti, con un incontro a cura della Fondazione Corriere della Sera. L’ingresso sarà libero con previa prenotazione sul sito www.rsvpfondazionecorriere.it.
Ora però, concedetecelo, vi raccontiamo un po’ di lui e del suo ultimo libro.

Tempo curvo a Krems è il titolo del suo nuovo libro edito da Garzanti dallo scorso 4 aprile. Claudio Magris, ottantenne da pochi giorni, definito da Mario Vargas Llosa come “uno dei più grandi scrittori del nostro tempo”, non è solo una delle penne più conosciute del Corriere della Sera, ma uno dei pochi scrittori che ha saputo contribuire positivamente nel campo editoriale e culturale italiano.

Germanista e professore di letteratura tedesca all’Università di Torino, vincitore di una caterva di premi letterari, tra cui il Bagutta nel 1986 e lo Strega nel 1997, senatore durante la XII legislatura, Cavaliere di gran croce della Repubblica per ordine di merito e molto altro ancora…

Non stiamo nominando a caso alcuni riconoscimenti, ma fornendo una piccola infarinatura ai nostri lettori più giovani, perché – calemboure a parte – veramente non si è mai troppo Magris ed è un vero dovere conoscere un po’ della storia della sua vita.

A tal proposito lunedì 15 aprile alle 18.30, al Teatro Franco Parenti, Claudio Magris incontrerà il suo pubblico, o meglio dire, per versatile correttezza, i suoi pubblici, e si racconterà, ripercorrendo la vita di personaggi più o meno noti e gli eventi pubblici o intimi che lo hanno visto protagonista, senza scordarsi ovviamente della sua lunga avventura letteraria.

Tornando all’ultima pubblicazione garzantina, Tempo curvo a Krems, questo testo è a tutti gli effetti un ottimo metodo per avvicinarsi alla sua scrittura, paradossalmente partendo dalle sue ultime righe plasmate. Noi di Sik-Sik lo abbiamo letto per voi e vi raccontiamo brevemente perché ne merita attenzione.

Il Magris narratore si ‘pentuplica’ in cinque personaggi, ognuno di essi, quasi ‘costrettto’ a fare i conti con una contingenza cronologica indefinita, in grado di regalare una lettura piana e meditativa.

Un ricco uomo d’affari che sparisce dalle scene dalla sua vita (una trovata quasi dal sapore dannunziano); un insegnante di musica col suo allievo ritrovato; un viaggiatore insonne e disturbato dal rumore della vita; uno scrittore in crisi d’identità durante il giorno di una premiazione; un sopravvissuto della Grande Guerra.

Cinque tasselli, quasi dei piccoli testamenti che con la loro ironia umanizzata e malinconica auto-descrivono, forse, la vita del Magris pensatore e narratore, dell’uomo di lettere che cresce e fa i conti con la sua nuova maturità, perché, come ha scritto Magris, “scrivere non salva la vita (…) ma permette di sopravvivere nelle parole”.

Un momento culturalmente improrogabile.

Non mancate, orsù!

 

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