di Angelica Cantú Rajnoldi
Il Teatro Franco Parenti ha deciso quest’anno di ospitare una ricca e diversificata collaborazione col mondo del design, pensando che il teatro non sia solamente un luogo in cui avvengono spettacoli, dibattiti politici e presentazioni. Oggi questo palcoscenico ha avanzato la proposta di rivestire il ruolo di protagonista durante il Salone del Mobile.
Nasce così una nuova realtà che ospita dal 9 al 14 aprile numerose esposizioni, tra cui “Riflessioni Riflesse”, a cura di Jean Blanchaert, con la collaborazione di Irina Eschenazi e di otto artisti-designer, quali Simone Crestani, Silvia Finiels, Pietro Follini, Raoul Gilioli, Joanna Louca, Sedicente Moradi, Omri Revesz e Maria Grazia Rosin.
Tale progetto chiede allo spettatore di instaurare un dialogo con l’opera e di lasciarsi travolgere dalla libera interpretazione, dando vita a riflessioni intime e interazioni innovative con l’ambiente.
Si tratta di una fantasia che prende forma attraverso il vetro, l’acqua, gli specchi: tutti materiali che riflettono e lasciano riflettere sul rapporto tra uomo e spazio, invogliando a intraprendere una ricerca che infine rimanda a una maggiore coscienza di se stessi.
Le immagini scomposte di acqua su cristallo di Raoul Gilioli e lo specchio ricco di piante con funzione di biofiltrazione naturale di Pietro Follini ne sono un grande esempio: entrambi, spaziando tra arte, comunicazione e design, spingono il pensiero ai sempre più discussi temi dell’inquinamento e dell’eco-sistema, facendo appello alla coscienza del cittadino contemporaneo. Con quale arte esprimere determinati concetti se non con il vivo e urbano design?
“Per non trovare le solite forme un artista rischia la follia” afferma il curatore Jean Blanchaert. Ed è proprio andando a scavare nelle idee e nelle forme che gli otto artisti sono stati capaci di rendere i visitatori partecipi di un’esperienza sensoriale carica di tematiche contemporanee, tramite una pianificazione del design conturbante e la spontaneità propria dell’essere umano.
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