Icaros, respirare col pianeta

di Michele Iuculano

3 ottobre 2018, il programma autunnale dei Bagni Misteriosi ospita la proiezione di Icaros: a Vision di Leonor Caraballo e Matteo Norzi. Immagini e suoni raccontano una suggestiva esperienza di condivisione col mondo e con se stessi alla ricerca della vita, della morte e della rinascita.

Un ventre bianco, immerso nel buio, respira. In principio solo poi accompagnato dai suoni della notte nella foresta amazzonica. I primi fotogrammi ci trasmettono solitudine, respiro, contatto. È l’imprinting che dà il film allo spettatore, iniziandolo al viaggio che lo aspetta, un viaggio fatto prima di tutto di ascolto e di contatto fisico e spirituale con ciò che ci circonda.

E così inizia anche la narrazione, con il viaggio di Angelina (Ana Cecilia Stieglitz), la protagonista, alla ricerca di una cura per il cancro. Una ricerca disperata che la porta a indagare le profondità del suo spirito e a scoprire una nuova realtà, legata alla terra, legata al silenzio e, quindi, all’ascolto.

Ed è solo attraverso l’ascolto, coadiuvato dall’assunzione di ayahuasca, un preparato a base di radici e cortecce di piante che stimola e potenzia la dimensione del sogno, che Angelina riuscirà a tornare in contatto con la natura che la circonda, con i suoni della foresta e, finalmente, con se stessa, immersa in questo nuovo mondo in cui non c’è più distinzione tra piante, animali e umani. Ognuno ha il suo spirito, il suo respiro, la sua voce, le sue canzoni.

Sono gli spiriti della piante a cantare gli Icaros, particolari melodie curative, agli sciamani locali i quali le riproducono durante i rituali in cui si assume ayahuasca. Sottoponendosi quotidianamente a questi rituali Angelina spera di guarire da un male per il quale la medicina occidentale non ha cura, scoprirà però una realtà diversa che la porterà a superare la paura della morte, accogliendo il respiro del pianeta, respirando con lui e abbracciando il naturale ciclo della vita.

Ogni ulteriore contatto con la cultura occidentale diviene per i suoi (e i nostri) occhi ma, soprattutto, per le sue (e le nostre) orecchie, una violenza. I suoni della città, le immagini della TAC e degli ospedali, le enormi barche che decurtano la foresta amazzonica violentano la protagonista quanto lo spettatore. Superate le sue paure Angelina si allontanerà definitivamente da queste immagini e da questi suoni e si abbandonerà al respiro del mondo trovando una nuova e inaspettata pace.

La narrazione e i dialoghi snelli del film lasciano ampio spazio alle immagini e ai suoni come volessero spingere lo spettatore stesso ad aprirsi a questo nuovo modo di respirare, non più col petto, frenetico, ma con la pancia, calma. A un rinnovato rispetto e contatto con la natura e con la sua straordinaria complessità e armonia che, se non vorremo distruggere, continuerà a insegnarci la vita. Un ciclo continuo e infinito.

Nel suo letto, coperto da una zanzariera, Angelina segue l’ultimo canto degli sciamani. Immersa nell’oscurità della foresta diviene uno spirito che respira col mondo, un mondo sempre più in pericolo, un mondo che, come lei, è malato.

proiezione del film Icaros: A Vison
di Leonor Caraballo, Matteo Norzi
con Ana Cecilia Stieglitz, Filippo Timi, Arturo Izquierdo, Guillermo Arévalo
(PERÙ, 2017)
durata 91 minuti

Per ulteriori info: Icaros: a Vision

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