La cinica parabola di Homicide House

Di Beatrice Salvioni 

In scena dal 6 all’11 giugno al TFP, Homicide House: una favola macabra in cui la verità, l’amore e la libertá si mescolano con tinte noir e stilettate di cinica ironia.

Quanto a lungo puoi mantenere una bugia? Quanto sei disposto a sacrificare per amore? Ma, soprattutto, chi sei davvero?

Prendi un uomo disperato e pieno di debiti, una moglie ingenua e fin troppo allegra, uno strozzino cinico e insensibile, una milionaria con la passione per la tortura. Mettili in un mondo dove esiste una casa in cui chi vuole uccidere paga una vittima e chi vuole morire puó capitalizzare la propria dipartita, ricevendo dei soldi da dare alla famiglia, e otterrai Homicide House, uno spettacolo intenso e brillante che non lascia il tempo di un respiro grazie a dialoghi arguti e monologhi spiazzanti, ma anche a inserti di una comicità acuminata come il punteruolo che alla ricca torturatrice piace usare sulle sue vittime.

La drammaturgia di Emanuele Aldovandi, che per questo testo ha vinto nel 2013 il Premio Riccione “Pier Vito Tondelli”, è acuta e originale, tagliente come una lama e corrosiva come il vetriolo.

Luca Cattani, Cecilia di Donato, Marco Maccieri e Valeria Perdonó ci offrono un’interpretazione eccellente, senza sbavature, sempre sul filo del rasoio, dando vita a personaggi dai tratti a volte grotteschi, spigolosi, o stranianti, come creazioni di Brecth.

Quelli in scena sono personaggi complessi, molto caratterizzati, privi di un nome perché ognuno di loro potrebbe essere noi, o forse una parte di noi, quella parte che cerchiamo a tutti i costi di tenere nascosta al resto del mondo fino a soffocarci.

“Chi sei tu, davvero?” è la domanda che la torturatrice fa alla sua vittima. Lei non uccide per divertimento o per crudeltà, ma solo perché, afferma, quello è l’unico modo per entrare in contatto con le persone, per conoscerle davvero. “Solo chi ha paura di morire, di essere torturato, mette a nudo la propria anima”.

La scenografia è minimale, ridotta all’osso. Un tavolo e una sedia che rimangono spesso sospesi nel vuoto grazie a un gioco di contrappesi, perfetto per simboleggiare la tensione che attraversa come una scossa tutto lo spettacolo: il precario equilibrio tra vita e morte, verità e menzogna, abisso e rinascita che vive il protagonista. La gestione delle luci è poi magistrale, segue il ritmo serrato della drammaturgia colorandolo di tinte noir.

Con Homicide House si riflette e si ride, due cose che non capita spesso di poter fare contemporaneamente. Quando succede è bene non farsi sfuggire l’occasione.

Homicide House, uno spettacolo che parla di crisi, bugie, torture e insensibilità, ma che, in fondo, parla di verità e, soprattutto, d’amore.

Per maggiori informazioni:  Cliccare qui                                    

Date e orari

mercoledì 6 giugno h 19:15

giovedì 7 giugno h 20:45

venerdì 8 giugno h 20:15

sabato 9 giugno h 20:45

domenica 10 giugno h 17:15

lunedì 11 giugno h 20:15

Sala AcomeA

1 ora e 10 minuti

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