di Valeria Nobile
Dopo il successo di Pueblo e di Hermada- strada privata , il Teatro Franco Parenti è pronto ad ospitare il nuovo appuntamento del percorso Passione Civile: Paolo Borsellino essendo stato, scritto ed interpretato da Ruggero Cappuccio, in scena dal 15 al 20 maggio.
Sul palco, le parole di Paolo Borsellino che nessuno ha mai ascoltato: il discorso pronunciato davanti al Consiglio Superiore della Magistratura nel luglio del 1988. Convocato per rispondere ad alcune sue dichiarazioni rilasciate alla stampa, in cui esprimeva la necessità di riformare il pool antimafia di Palermo, il giudice pronuncia un discorso di quasi quattro ore. Cappuccio parte proprio da qui, immaginando un monologo di Borsellino durante gli ultimi secondi di vita, prima dell’attentato in via D’Amelio.
Quegli istanti prima della fine, si dilatano e diventano l’occasione per raccontare la vita di qualcuno che ha fatto di ciò in cui crede una missione ed è consapevolmente pronto a morire per questo. “Palermo non mi piaceva” -dirà- “per questo ho imparato ad amarla. Perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare“. Con questa breve riflessione, Borsellino riassume il suo essere uomo, prima ancora che giudice.
Va così svelandosi il senso intero di una vita, il senso della missione del magistrato palermitano, essendo stato ed essendo Stato. Una tranche de vie più che mai sospesa tra realtà urbana e un amore profondo e nostalgico per una Sicilia che sembrava aver perduto la sua armonia. L’infanzia, i complicati anni della maturità, il palazzo di giustizia e quei difficili 57 giorni dopo la morte l’amico Giovanni Falcone: sono tutti elementi che vanno ad intrecciarsi con un instancabile progetto per un futuro migliore.
Perfettamente in linea con gli obiettivi del percorso, lo spettacolo promette di essere oltremodo intenso e illuminante nell’offrire un ritratto di quello che è unanimemente riconosciuto come un vero eroe moderno. Nata nel 2006 in seno alla compagnia Teatro Segreto – di cui Ruggero Cappuccio è fondatore e direttore artistico- la pièce è già apparsa sul piccolo schermo nel 2016, come film-documentario per Rai Storia. Un ritorno al palcoscenico, dunque, a testimonianza del ruolo del teatro come mezzo ideale per parlare (e per costruire) con semplicità e chiarezza quella tanta agognata coscienza civile che alberga, spesso nascosta, in ognuno di noi.
scritto e interpretato da Ruggero Cappuccio
impianto scenico Mimmo Paladino
immagini Lia Pasqualino
costumi Carlo Poggioli
musiche originali Marco Betta
progetto luci e aiuto regia Nadia Baldi
Produzione Teatro Segreto srl
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