Il piacevole pericolo del libertinaggio

di Matteo Resemini

Fino a domenica 13 maggio Le relazioni pericolose dirette da Elena Bucci e Marco Sgrosso tornano a sedurre e a ingannare al Teatro Franco Parenti. Uno spettacolo particolare e attraente, come accettare una caramella da uno sconosciuto. 

Tutte le lettere d’amore sono ridicole, recita una celebre poesia di Fernando Pessoa. Non sarebbero lettere d’amore se non fossero ridicole!

Ma non è sempre così, specialmente se si rileggono le Liaisons dangereuses di Choderlos de Laclos. Come è risaputo, Le relazioni pericolose inneggiano a un finissimo libertinismo di fine Settecento e nonostante la natura romanzesco-epistolare, sono un vero capolavoro letterario che non ha nulla a che vedere con i passati di sobria redenzione medievale di Pietro Abelardo o con le vicende tapine della Pamela di Samuel Richardson.

Decidere di portare in scena quest’opera, in tutta la sua unicità, non può far altro che indurre in tentazione un vastissimo pubblico di spettatori: non solo i nostalgici puristi della letteratura francese, o i cinefili che vogliono confrontare il libro con l’omonima pellicola diretta da Stephen Frears nel 1988 o da Milos Forman nel 1989, perché qui le novità favoleggiano, e si vedono tutte.

Elena Bucci e Marco Sgrosso hanno scelto di rispolverare il testo con uno studio minuzioso, partorendo una nuova querelle, più fisica che metafisica, tra i protagonisti del romanzo.

Il Visconte di Valmont è tornato a sedurre le sue giovani prede con animo da dongiovanni grazie l’intercessione della marchesa de Merteuil. Dopotutto l’amore, anche il più avventuroso e spinto, necessita delle sue regole e di un codice d’onore che va sempre rispettato. Infatti, grazie a una summa di consigli e di stratagemmi pensati dalla marchesa, Valmont farà ancora risplendere i suoi appetiti.

Individui singolari, o forse meglio dire plurali, perché l’osmosi si quadruplica in una fitta intersezione di personaggi plasmati da una pungente verve mimica e da una armonia danzante che ricorda le quadriglie che si ballavano a Versailles; notevole l’interpretazione di Gaetano Colella nei panni di Pierre Ambroise Choderlos de Laclos che dà a sua volta voce a Madame de Volanges, al Cavalier Dancey e a Madame de Rosemonde.

Altolà la morale e i moralismi! Non c’è nulla di scabroso in questo labirinto erotico che riflette gli animi vinti dei caratteri: le tensioni sono quasi sempre smorzate da una regia che sa dosare e, contemporaneamente,  abusare del vigore furtivo delle parole.

In una società che si nasconde dietro i candelabri dell’ambiguità e dell’incoerenza, in un tracciato corrotto ed eticamente sfaldato, i registi hanno riletto e interpretato “quel tempo” con uno sguardo tutto diverso, sorprendendosi dall’abbondante presenza di “ideali, scoperte e contraddizioni”.

Insomma, Le relazioni pericolose portano sul palco della Sala Grande una ferocia di poli equivalenti fatti di carne e fuoco, una libido che non annoia mai. In una scena costituita di siparietti dorati dove verranno ripercorse le epistole raccolte tra un gruppo di intellettuali al fine di istruirne altri.

Uno spettacolo consigliato soprattutto a coloro che credono ancora di sapere conciliare vanità e felicità.

Per maggiori informazioni cliccate qui.

 

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