di Michele Iuculano
Grazie al progetto di scambio, ricerca e formazione transnazionale Passages des frontières, in collaborazione con Università degli Studi di Milano e Université Lumière Lyon2, Maddalena Mazzocut-Mis, docente di filosofia in Statale, e Sofia Pelczer, regista e docente in Paolo Grassi, portano al Franco Parenti il loro adattamento di Chef d’oeuvre inconnu – il capolavoro sconosciuto, di Honoré de Balzac. Dal 10 al 12 aprile il Cafè Rouge ospiterà questo “studio per una messinscena”.
Una collaborazione, quella tra Mazzocut-Mis e Pelczer, che guarda ai giovani e alle nuove tendenze. La professoressa ha infatti tenuto un ciclo di lezioni rivolte agli studenti sulla riscrittura drammaturgica del capolavoro e la regista ha dato la possibilità ad alcuni di questi di partecipare e osservare l’intero processo di produzione dello spettacolo.
Uno tipo di scambio, questo, oggi sempre più frequente nel mondo del teatro, che permette a giovani interessati di fare esperienza, imparare da esperti del settore e appassionarsi alla professione, contribuendo al contempo alla messa in scena e abbassandone i costi.
La scelta del testo è inoltre ben ponderata: Il capolavoro sconosciuto, oltre a permettere un approfondimento sulla letteratura francese – in linea con la prospettiva di scambio culturale tra nazioni alla base del progetto stesso –, dà vita a un teatro che racconta l’arte o l’artista, genere di tendenza negli ultimi anni (si pensi, per esempio, alle produzioni Io, Caravaggio, al TFP nel novembre 2017 e a Io, Lundwig Van Beethoven, in scena al Litta nel dicembre dello stesso anno) e, pertanto, potenzialmente vicino agli interessi degli studenti. Tuttavia lo spettacolo sembra proporsi di superare il modello, rappresentando uno studio teorico e poetico sull’arte che vada oltre l’artista e la sua opera.
Anche la scelta della riscrittura drammaturgica a partire da un testo non drammatico, che ha come grande punto di riferimento Ronconi, si inserisce nel panorama delle tendenze teatrali dell’ultimo periodo.
A Ronconi sembra strizzare l’occhio anche la scena, divisa in più parti grazie all’utilizzo di un telo di tulle – questo, forse, fin troppo fin troppo sfruttato dalla scena contemporanea –, così come l’estensione del palco, che invade lo spazio della platea, allude chiaramente a una ripresa di illustri modelli, ma ben si adatta alle caratteristiche del Cafè Rouge.
Precursore dei tempi, di grande avanguardia e lungimiranza e, dunque, di ispirazione per molte generazioni di artisti: questo fu il romanzo di Balzac. Riuscirà la sua messa in scena, almeno in piccola parte, a fare lo stesso, superando i modelli, le mode e le tendenze di oggi e raccontando il futuro del teatro? Sia nella regia, sia nella recitazione dei giovani e promettenti attori – Diego Becce, Federico Gariglio e Luana Rossini – o grazie alla formazione di nuovi e futuri professionisti. Lo scopriremo insieme a teatro dal 10 al 12 aprile.
Per ulteriori informazioni: Il capolavoro sconosciuto
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