A cinquant’anni dal movimento socio-politico che portò alla luce le incoerenze delle società capitalistiche, sorge spontaneo un confronto con lo stato dell’odierna società occidentale. Proprio nell’ottica di un dialogo fertile fra due generazioni, il Teatro Franco Parenti promuove nel 2018 un progetto che coinvolga voci di protagonisti di quegli anni e di studenti liceali e universitari, in una serie di incontri che hanno come scopo una lettura critica del fenomeno epocale.
Si tratta de Il Sessantotto raccontato dai ragazzi, iniziativa nata in collaborazione con due realtà milanesi: “CLAC. Clinica dell’adolescenza contemporanea” e “OT/ORBIS TERTIUS. Ricerche sull’immaginario contemporaneo”, gruppo di ricerca dell’Università Bicocca. Il sostegno di due organizzazioni che si occupano di giovani e di società non stupisce, se si considera che il progetto del Franco Parenti ruota intorno al mondo degli studenti, che fu il punto di partenza anche dei movimenti sessantottini.
Mai come cinquant’anni fa ci fu un’attività così forte di contestazione e dibattito critico nelle università e nelle scuole di tutto il mondo: dal movimento hippy contro la guerra in Vietnam nelle università americane, al maggio francese della gioventù studentesca parigina, alla rivolta studentesca in Cecoslovacchia, che portò alla liberalizzazione politica della Primavera di Praga, fino alle occupazioni delle università italiane, che iniziarono in anticipo di due anni, con la prima a Trento nel 1966.
Il sessantotto raccontato dai ragazzi parte quindi dai licei e dalle università: docenti di storia e filosofia delle scuole coinvolte nel progetto hanno già avviato un lavoro nelle classi concentrandosi sul tema in questione (il percorso può rientrare nell’alternanza scuola-lavoro), mentre i docenti universitari possono proporre il progetto ai propri studenti.
Ai partecipanti sarà quindi offerto l’accesso a quattro workshop (uno al mese, da Febbraio a Maggio) organizzati al Teatro Franco Parenti e tenuti da quattro figure di spicco appartenenti ad altrettante aree di interesse culturale. Si parte il 12 febbraio con un’indagine del Sessantotto dal punto di vista politico, con Mario Capanna, uno dei leader del movimento giovanile di quegli anni, per poi analizzare questo cinquantesimo anniversario, negli incontri successivi, in un’ottica filosofica, pedagogica e infine artistica.
La conclusione del percorso è anch’essa in quell’ottica di dialogo su cui si basa tutto il progetto: dopo le riflessioni e il confronto su cosa è stato l’anno 1968 per chi l’ha vissuto, gli studenti dovranno a loro volta presentare un breve elaborato che rappresenti invece la loro idea del ’68. In pieno stile sessantottesco francese, il cui motto era “Il est interdit d’interdire” (vietato vietare), gli studenti saranno liberi di creare il lavoro finale sotto forma di video, saggio, tweet, o qualsiasi altro formato meglio esprima la loro idea.
Le iscrizioni sono aperte fino all’8 febbraio, e il consiglio è quello di cogliere questa interessante opportunità di riflessione e analisi attiva su un fenomeno socio-culturale che ha portato a grandi conquiste nel campo dei diritti di studenti, lavoratori e minoranze, in un contesto che dia la voce ai protagonisti del nostro futuro. Non male poi la premiazione degli elaborati migliori (tre tra i liceali e tre tra gli universitari), con un viaggio a Parigi come primo premio, un viaggio a Spoleto per il Festival dei Due mondi come secondo, e infine, come terzo, un abbonamento a teatro con degli spettacoli dei maggiori teatri milanesi.
Per maggiori informazioni e iscrizioni, qui trovate il programma completo.
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