La prima tappa del viaggio con la trilogia della Piccola Compagnia Dammaco.
di Beatrice Salvioni e Michele Iuculano
La Fanciulla è sola al centro di un palco buio, quasi sospesa nel vuoto, indossa un vestitino rosa e stringe una cartelletta: è il suo primo giorno di scuola, il rito di passaggio per entrare nel mondo dei grandi.
La Fanciulla é interpretata da Serena Balivo, vincitrice del premio Ubu 2017 (Sik-Sik le ha anche fatto un’intervista, la trovate qui: L’inferno e la fanciulla: intervista a Serena Balivo), autrice dello spettacolo insieme a Mariano Dammaco.
La Fanciulla non ha nome, diventa cosí uno specchio in cui possiamo vedere noi stessi: siamo noi ieri, siamo noi oggi che ci crediamo adulti, saremo noi domani, quando le maglie del presente si sfalderanno e riveleranno le crepe che portano all’inferno?
La fanciulla, come Alice, compie un viaggio, ma non c’è nessun paese delle meraviglie: c’è l’inferno nel quale ci invita a seguirla, a vivere con lei le proprie paure. Ci sono le maestre e il dirigente scolastico, simboli di autorità, c’è la prima cotta che diventa delusione, ci sono le altre bambine che giocano a fare le mamme o le ballerine, preannuncio di quello che saranno in futuro.
Ma la fanciulla non vuole unirsi a loro, non vuole imprigionarsi nelle categorie degli adulti, vuole rimanere bambina e guardare il mondo con gli occhi di chi può giocare anche con il diavolo.
Abbiamo braccato qualcuno del pubblico per sentire le loro voci e le loro impressioni a caldo sullo spettacolo:
Per prima, una domanda firmata da Serena Balivo: Qual è la cosa che ha detto la Fanciulla nella quale ti sei immedesimato di più o che ti ha dato più fastidio?
“Siamo sempre contenti mai felici.”FRANCESCO
“Mi ha disturbata, anzi, mi ha fatto un po’ male quando la Fanciulla ha stracciato il disegno fatto dal bambino di cui era innamorata. Mi sono sentita nei panni del bimbo a cui era stato stracciato il disegno, è nata un’empatia nei suoi confronti.”ANTONELLA
“Il discorso della Fanciulla con il preside mi ha colpito particolarmente. Il fatto che il preside possa imporre e disporre di tutte le persone mi ha impressionato e ho legato l’immagine trasmessa da questa scena alla mia vita personale. Ho sentito il peso del confronto con l’autorità e l’impotenza che spesso si avverte in questo rapporto.” LEO FERRARI
Quale oggetto metteresti nella tua borsa di scuola per affrontare la vita?
“Un amico!” FRANCESCO
“Io porterei l’Iphone. Il cellulare è lo strumento con cui posso entrare in contatto con il mondo. Penso che la connessione con gli altri sia fondamentale e che le nuove tecnologie ci consentano di comunicare e ricevere informazioni in tempo reale aiutandoci ad affrontare la quotidianità, gli impegni e la vita in generale.”MANUELA
Com’è secondo te l’inferno della fanciulla?
“Interiore. Lei è l’inferno di se stessa, non ne esce, rimane imprigionata.”ANTONELLA
“Non saprei: a mio parere l’inferno della bambina è dato a priori e non é ancorato a una narrazione o a elementi che possano condurti a condividere lo stesso tipo di scenario. Credo che l’intento drammaturgico fosse quello di guidare lo spettatore verso una presa di coscienza. L’inferno per me invece é condividere il discorso che si é quasi sempre contenti e quasi mai felici.” LUCA
Se un giorno ti ritrovassi all’inferno, come la Fanciulla, che cosa chiederesti a Satana?
“C’é il riscaldamento?” FRANCESCO
ideazione e drammaturgia Mariano Dammacco, Serena Balivo
con Serena Balivo
regia Mariano Dammacco
immagine di locandina Stella Monesi
produzione Piccola Compagnia Dammacco
Primo studio vincitore del Premio Nazionale Giovani Realtà del Teatro
Spettacolo Selezione In Box 2016
Piccola Compagnia Dammacco finalista al Premio Rete Critica 2016
Serena Balivo finalista al Premio Ubu 2016 e vincitrice dell’edizione 2017.
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