Bhinna Vinyasa: la danza indiana incontra Milano

di Lucia Belardinelli e Roberta Maroncelli

Una sola serata, un momento unico: Bhinna Vinyasa. Mercoledì 28 giugno il gruppo indiano di danza contemporanea Attakkalari Repertory Company ha portato sul palco della Sala Grande del Franco Parenti uno spettacolo che ha condotto il pubblico in un contesto tribale e simbolico.

Sullo sfondo bianco e vuoto del palco sei ballerini, due uomini e quattro donne, illuminati da lampi di colore e da proiezioni raffiguranti simboli delle più diverse culture, numeri e flussi ricordanti mondi naturali, boschivi e vegetali in genere. Le sonorità ipnotiche della musica elettroacustica si intervallano nel corso della serata a sonorità tipiche della tradizione indiana: l’alternanza tra il mondo contemporaneo a noi più familiare e il richiamo inevitabile all’India è ben evidente nei movimenti dei danzatori. Sono moti associabili a gestualità animali, spesso ricordano una lotta, mentre il suono dei tamburi in certi momenti incanza e scandisce il ritmo. Ma ecco che in altri punti il suono è quello del fluire dell’acqua o dei ciottoli di un torrente.

I sei ballerini utilizzano dei cubi man mano da loro spostati, gli unici oggetti presenti intorno ai quali ruotano le coreografie: li utilizzano per nascondersi, distendersi, ergersi o per prendere slancio per le prese.    Il movimento è sempre fluido, intenso, ampio e in vari passaggi unitario: la volontà è spesso quella di far sembrare i danzatori un corpo unico, schierato sul palco. I sei si alternano sulla scena, entrano ed escono ma in nessun momento un ballerino rimane solo: è un continuo divenire, un continuo dissolversi dell’idea del gruppo coeso nelle singolarità. La situazione diviene archetipica oltre che tribale, inducendo lo spettatore a immergersi nel flusso dei movimenti e delle sonorità, mappando frammenti di sogni, di desideri, speranze, realtà difficili, mutazioni ambientali e migrazioni, il tutto evocato in un’ora abbondante di danza dell’India contemporanea.

Noi del Blog Sik Sik, alla fine della serata, abbiamo chiesto il parere di qualche spettatore.

Cosa ne pensate dello spettacolo?

Natalia, ballerina nel tempo libero: è stato particolare, secondo me era incentrato sulla lotta bene/male, collegato al buddhismo e c’erano riferimenti anche alla natura, forse alla capoeira…

Francesca, ottima reporter: non sono una del settore, quindi per me è abbastanza nuovo. Ho appezzato molto le coreografie e i costumi; bellissimo per la fisicità, la plasticità, il fluire della danza e atleticamente molto impressionante. Se devo fare una critica, la musica è molto – forse volutamente – ipnotica, dopo un po’ si perde l’attenzione.

Come mai sei venuto?

Nicola, appassionato di moda: per cambiare, perché partecipiamo attivamente a questo tipo di teatro e ci stiamo adeguando a tutto quello che propone. Lo spettacolo in sé è stato una sorpresa: era una cosa esotica che abbiamo voluto provare.

Did you enjoy it?

Ramona, ragazza tedesca con origini indiane: it was nice to watch, nice movements and I agree that the music was hypnotic but sometimes I was missing some changes of rhythm: a lot of time it was the same. What I liked a lot is that usually when you see European dance there are always aspects of classical ballet but there you could see the Bharathanatyam dance of the Indian style, which I really appreciated.

 

BHINNA VINYASA

Direzione artistica Jayachandran Palazhy

Coreografia Jayachandran Palazhy e Attakkalari Repertory Company

Dramaturg Andés Morte Terés

Musica dal vivo e sound design Martin Lutz

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: