Armonie distorte: al Parenti torna Electropark Exchanges

di Silvia Bellinzona

Cos’è la musica, se non un insieme di note ed emozioni? E come si definisce un genere musicale, se non in opposizione ad altri a lui differenti? Solo con il dialogo e il confronto si genera identità e in Electropark Exchanges edizione 2017 diversità simbiotiche collidono per creare un caos calmo, un’armonia perfetta. Perfetta nella sua imperfezione, sperimentale, ibrida.

Nella Sala Grande e ai bordi dei Bagni Misteriosi e nella Sala Testori della Palazzina – nel complesso culturale del Teatro Parenti – i limiti verranno infranti di nuovo, per lasciare spazio a nuove idee, nuove ispirazioni, rivisitazioni di passate memorie, così come ogni avanguardia che si rispetti riesce a suscitare. Tutto nel nome della condivisione, di quel dialogo che mette in scena mondi separati ma capace di mescolare ricordi lontani, rinnovandoli e dando loro nuova luce.

Il primo artista sperimentale è Tim Hecker, classe 1974, di Vancouver: la sua musica è rinnovamento, continua ricerca di nuove sonorità, “a kind of continual transformation”. I suoi lavori sono differenti l’uno dall’altro, anche se ciò che li accomuna è la descrizione sonora del paesaggio attraverso sensazioni, per sottolineare l’importanza della “fisicità” della musica. Un esempio è il suo album d’esordio, Haunt Me, Haunt Me, Do It Again del 2001, in cui rielabora il rumore bianco immergendo chi ascolta in un mondo di droni dove rumore e musica statica convivono, senza risultare mai sgradevoli.

Le sue armonie strumentali non sembrano create per uno spazio ristretto: si espandono, immergendo la vastità dell’ambiente, isolandolo in un’atmosfera unica. Grande importanza ha per lui l’intera esperienza di ascolto: un elemento ricorrente è la nebbia, pervasa di  colore, che rende tutto indefinito, impalpabile, ma non per questo meno reale. Nel suo ultimo album, Love Streams (2016), Hecker cambia rotta: in Virgins (2013) aveva creato destrutturazione dei suoni e caos incontrollabile, abbandonando il paesaggio per la frammentazione; ora è il turno delle voci, che diventano materia plastica da modellare e modificare, mostrando come epoche come il Rinascimento possono dialogare con l’elettronica. Quando ci si aspetterebbe un certo tipo di musica, secondo lui la soluzione “was not stacking things louder and heavier but working in a different way”.

 

Prossimi appuntamenti: Egyptrixx (Toronto) e Marie Davidson (Montreal)

 

un progetto di Forevergreen.fm 
in collaborazione con Associazione Pier Lombardo e Sae Institute

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