di Giulia Guerra
“Ogni cosa è ridicola, se paragonata alla morte”. Sono parole quanto meno insolite da usare in pubblico, specialmente se l’occasione è tra quelle che meno le richiederebbe: la consegna di un premio. Ma Thomas Bernhard, che le ha pronunciate, uno dei più grandi autori teatrali del Novecento, era così: sguardo disincantato e una punta di amarezza.
Lo stesso sguardo che rivolge ai suoi protagonisti, come Karl e Robert, i due anziani fratelli al centro dell’opera L’apparenza inganna, in scena al Teatro Franco Parenti di Milano dal 21 marzo al 2 aprile con l’allestimento della compagnia Lombardi Tiezzi
Nelle sue opere, e questa non fa eccezione, Thomas Bernhard si distingue per la capacità di mostrare al mondo, con lucida evidenza, le contraddizioni dell’ultimo secolo, la famosa crisi del soggetto da lui indagata in profondità, con la scelta proprio del teatro quale lente d’ingrandimento, unico e paradossale luogo di verità.
E così, in questa pièce, i due protagonisti interpretati da Sandro Lombardi e Massimo Verdastro (con la regia di Federico Tiezzi) sono appunto lo specchio dei personaggi su cui di solito si concentra l’analisi di Bernhard: figure “in crisi” nelle quali la tensione solipsistica si alterna a quella maniacale, ritratte in una situazione al limite dove la prossimità alla nevrosi e alla morte si fa pericolosa.
Percorrendo un sentiero lastricato dalle tematiche più care all’autore, come l’emancipazione dalla famiglia di origine, la dicotomia tra scienza e poesia, l’assenza praticamente assoluta di presenze femminili, Lombardi e Tiezzi giocano in un nuovo allestimento la loro partita con le asperità del testo di Bernhard, sfidandolo sul terreno che più gli appartiene, quello di una sottile infelicità.
Scritto pochi anni prima della morte, L’apparenza inganna si snoda sugli spigoli di un dialogo corrosivo nel quale echi del teatro di Beckett emergono senza oscurare l’originalità di un autore che per tutta la vita tentò di curare la disillusione, annegandola nell’arte. Nel teatro.
L’APPARENZA INGANNA
di Thomas Bernhard
traduzione Roberto Menin
drammaturgia Sandro Lombardi
con Sandro Lombardi, Massimo Verdastro
regia Federico Tiezzi
scene Gregorio Zurla
costumi Giovanna Buzzi
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