Qui e ora: il duello della modernità – 5 motivi per andare a vederlo

di Beatrice Salvioni

Qui e Ora, in scena al Teatro Franco Parenti dal 14 al 19 marzo. Ecco a voi cinque buone ragioni per andare a vederlo… e se volete ve ne elenchiamo anche altre.

1. Aprire gli occhi, a volte serve. Tra tutte le distrazioni che ci fagocitano, è salutare assistere a uno spettacolo che sfrutta un palco per sviscerare le deformità e i cancri della nostra società mettendone a nudo il nucleo problematico. Un’opera forte, d’impatto, che costringe a aprire gli occhi sull’Hic et Nunc, il Qui e Ora, mettendo in scena, attraverso il racconto di due uomini coinvolti in un incidente stradale nell’estrema periferia di Roma, i drammi più bui degli uomini di oggi.

2. Pensi di essere capace di comunicare? Una delle tragedie della modernità? L’incomunicabilità. E questo spettacolo ne fa il tema portante di un dialogo che freme di cinismo tagliente, con uno sguardo capace di coniugare il dramma con la comicità e di penetrare le pieghe del reale.

3. L’artefice, vale la pena. Perché sceneggiatura e regia dello spettacolo sono nelle mani di Mattia Torre, classe 1972, formatosi negli ambienti teatrali di Roma. Autore a tutto campo, noto al grande pubblico per aver fatto parte (insieme a Ciarrapico e Vendruscolo) della triade di sceneggiatori artefice della sitcom Boris (2007-2010), produzione dai toni mordaci e affilati che ha conquistato tanto successo da generarne un’ideale prosecuzione in un film del 2011. Ma Torre non dimentica l’amore per il teatro e ritorna nello stesso anno a scrivere per le scene dirigendo lo spettacolo 4 5 6 per approdare ancora – autore e regista – nel mondo del cinema nel 2014 per scrivere e dirigere, sempre all’interno della triade, Ogni maledetto Natale.

4. E i protagonisti. Perché nei panni dei personaggi troviamo due apprezzati e poliedrici attori nostrani: Valerio Aprea che interpreta Claudio Aliotta, l’uomo normale, ordinario, e Paolo Calabresi che presta il volto a Aurelio Sampieri, l’uomo che si crede straordinario e scoprirà sulla sua pelle di non esserlo affatto.

5. Homo homini lupus, oggi come ieri. Qualsiasi cosa succeda è sempre colpa degli altri, vero? Qui e ora ci toglie le maschere e ci obbliga a guardare senza filtri la realtà di una società che non riesce a vedere una strada comune ma solo uno scontro, un conflitto. Il traffico dilata le emozioni e amplifica la rabbia: Qui e ora racconta l’incrocio di due vite e l’impatto che le stravolgerà.

 

In scena il tempo reale dell’attesa dei soccorsi corrisponde al tempo teatrale; sul palco i resti fumanti di un incidente e due personaggi dalle personalità opposte, dalle vite agli antipodi, due mondi in conflitto. Mattia Torre, in un testo originale, ben costruito e scorrevole nonostante la spigolosità del tema, ci racconta un duello metropolitano nella periferia di Roma tra due scooter distrutti sull’asfalto rovente di giugno

In una società in cui vige la regola non scritta di guardarsi sempre le spalle dal prossimo nessuno si interessa mai davvero a te; è solo un’altra forma di egoismo. Allora è ancora possibile creare legami e guardarsi negli occhi?

Qui e ora, nel punto dell’impatto, nella realtà da cui spesso proviamo a fuggire.

 

QUI E ORA
scritto e diretto da Mattia Torre
con Paolo Calabresi  Valerio Aprea
assistente alla regia Annagaia Marchioro
produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo

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