di Andrea Piazza
Quattro pomeriggi in compagnia di Gioele Dix, quattro viaggi nel sogno americano (e nel suo incubo). Tornano al Teatro Franco Parenti i Giovedix letterari, dal 16 febbraio al 16 marzo. Quest’anno, edizione a stelle e strisce.
Animale da palcoscenico, dissacrante e profondo, negli anni ha incantato gli spettatori con la sua voce scura e il suo piglio deciso. Dalle luci televisive di Zelig al personaggio del malato immaginario di Molière (diretto da Andrée Ruth Shammah), passando per l’esperienza della regia di Matti da slegare con i volti di Giobbe Covatta ed Enzo Iacchetti, Gioele Dix (o, per il mondo di ogni giorno, David Ottolenghi) ha saputo proporsi in modi tra i più diversi, sempre con successo.
A partire da questo giovedì, 16 febbraio, l’attore milanese torna al salone di via Pier Lombardo per riproporre l’appuntamento pomeridiano già sperimentato con successo nelle scorse stagioni del teatro milanese: i Giovedix letterari. Ovvero, i giovedì letterari con Gioele Dix. Quattro autori, quattro storie da raccontare: i quattro “grandi” americani che al lettore Ottolenghi piacciono di più.
La mini rassegna si apre questo giovedì, appuntamento alle 18.30, con i Racconti del terrore di Edgar Allan Poe. E subito gli spettatori, condotti dalla voce della loro teatrale guida, si tuffano nelle oscurità ai confini dell’anima tratteggiate con maestria dal capostipite (e maestro indiscusso) del genere del terrore. Oltre la siepe? Atmosfere grottesche, torbide, mondi allucinati e vite misteriose. Oltre la siepe c’è solo il buio, nel viaggio con Poe.
Appuntamento successivo giovedì prossimo, 23 febbraio, con un’altra colonna delle lettere americane: Herman Melville e il suo Bartleby lo scrivano. Chi incontrerà il pubblico, insieme al suo narratore? Un uomo, come tanti, come noi, che d’improvviso decide di sparire. Non scomparire soltanto, ma proprio sottrarsi all’impegno di esistere. Gioele Dix condurrà i suoi ascoltatori a conoscere un piccolo gioiello letterario. Inquietante. Generatore di dubbi. Apparso nel 1853, il racconto di Melville ha ispirato alcuni dei massimi scrittori contemporanei, da Borges a Beckett, passando per il nostro Italo Calvino.
Si prosegue il 2 marzo con quel mosaico di storie che è America oggi di Raymond Carver, padre del minimalismo, uno dei fondatori della short story della grande tradizione letteraria americana. C’è chi, per l’autore presentato da Dix, ha parlato di una vera e propria “nazione Carver” in cui immergersi, fatta di dialoghi, dettagli, omissioni, non-detti e ironia.
A chiudere il ciclo il protagonista di Una cosa divertente che non farò mai più di David Foster Wallace, il 16 marzo. L’attore – e noi con lui – farà compagnia al protagonista del racconto durante la sua esilarante crociera ai Caraibi. Perché alla fine, anche se abbiamo iniziato a viaggiare con Gioele Dix nei meandri bui della paura, una risata seppellirà tutti i fantasmi. Senza dimenticare una sferzata al grande American Dream e alla sua cultura di massa.
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