di Valeria Claudia Orlando
Poco più di una settimana (dal 20 al 28 gennaio) per assistere alla performance di una enigmatica e allusiva Manuela Kustermann e per lasciarsi stupire dalla potenza espressiva del canto di Melania Giglio: due professioniste che portano in scena al Teatro Franco Parenti Dichiaro guerra al tempo, sotto la regia di Daniele Salvo.
Uno spettacolo criptico, che si avvale di un’arte polimorfa per rappresentare un’inevitabile danza macabra i cui passi risuonano nelle domande che ciascuno di noi si pone sull’esistenza. Una danza eseguita sulle note della morte e dell’amore, della bellezza e dell’arte, in una gravosa ricerca dell’eternità.
Il palco, già svelato in un disastro di sedie, accoglie il pubblico lasciando presagire lo sgomento dei due personaggi che si incontrano come a lume di candela per un appuntamento con il più temuto dei nemici dell’uomo: il tempo. Un imbellettato fantasma del passato che sparge polvere sul presente e una tormentata personalità moderna inscenano un dialogo a colpi di sonetti shakespeariani e brani classici del pop-rock: un confronto che crea un mosaico ritmico, articolato in momenti di poesia e di musica, in grado di comporre l’immagine frammentata di un’umanità postmoderna, smembrata da contrasti insanabili e congeniali anacronismi.
Grazie alla forza evocativa delle luci di scena, che ricalcano fedeli le emozioni delle attrici, e a un sapiente gioco di specchi, che a tratti porta il pubblico sotto un accecante, quanto casuale, occhio di bue, il tormento diventa palpabile e chiama a gran voce le parole di Shakespeare:
“Ma allora nella mia testa si apre un’altra via
a stancar la mente ora che il corpo ha tregua”
E assumono un malinconico simbolismo le cover dei brani di artisti come David Bowie e Prince, che ricordano allo spettatore del 2017 quanto sia difficile accettare le conseguenze dello scorrere del tempo, del susseguirsi dei minuti che si affrettano verso la fine, come le onde del mare verso la riva.
Ed eccolo lì, il mare, proiettato sullo sfondo, il mare che culla come un feticcio ciò che di ognuno resterà dopo la morte: l’amore, ma soprattutto l’arte.
DICHIARO GUERRA AL TEMPO
da I sonetti
di William Shakespeare
con Manuela Kustermann e Melania Giglio
regia Daniele Salvo
costumi Daniele Gelsi
musiche Prince, Pink Floyd, David Bowie, Nat King, Cole, Elisa, Joni Mitchell
produzione La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello e Festival La Versiliana
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