di Jacopo Musicco
Non è un compito facile quello scelto dalla compagnia teatrale Lagartijas Tiradas al Sol: rappresentare sul palcoscenico la storia sociale del Messico — la sua prospettiva politica, ma anche quella umana.
Con lo spettacolo Tijuana – La Democrazia in Messico 1965-2015 – oggi alle 20:30 – si mettono in scena le paure, le speranze e i dubbi di un Paese attraverso la storia di Santiago Ramìrez, operaio nella città-mondo di Tijuana, alle prese con la quotidianità precaria del lavoro. I sei mesi in fabbrica al centro dell’opera diventano quindi uno spettacolo nello spettacolo, una messa in scena i cui protagonisti sono gli stenti e le rinunce, ma anche le amicizie e la solidarietà. In questo spettacolo Santiago Ramìrez non è più un operaio, ma il Messico tutto.
Aiutati dall’uso di immagini proiettate sullo sfondo, gli attori della Lagartijas Tiradas al Sol – letteralmente gechi presso il sole – contrappongono la cultura iconica messicana (basti pensare ai quadri corali di Diego Rivera) alle scene di vita vissuta del Messico di oggi. Un Paese sempre più presente nel dibattito mondiale a causa della campagna denigratoria di Donald Trump durante le elezioni presidenziali americane di quest’anno.
In quest’ottica lo spettacolo è la risposta di chi, pur vivendo ogni giorno in condizioni precarie, non rinuncia alla propria dignità — sociale prima ancora che politica. La Tijuana – Democrazia in Messico 1965-2015 è dunque un importante passaggio per comprendere una realtà che spesso giudichiamo o critichiamo senza conoscere a fondo. La messa in scena in lingua spagnola, con sovratitoli di accompagnamento, permetterà senz’altro un’immersione maggiore all’interno della realtà messicana e alle vicende dei personaggi.
Rispondi