Non aprite quelle porte!

di Valeria Claudia Orlando

Al Franco Parenti (dal 9 al 20 novembre) è in scena Notturno di donna con ospiti, nella versione di Enrico Maria Lamanna. Uno spettacolo curato nei minimi dettagli – dalle voci fuori campo a sipario abbassato all’evocativa coreografia di inchini finali degli attori – dettagli che brillantemente danno vita al testo di Annibale Ruccello.

Notturno di donna con ospiti porta in scena l’esasperazione di Adriana Imparato (interpretata da una caleidoscopica Giuliana De Sio) in una (troppo) calda notte di luglio. Una donna logorata dalla solitudine e da un passato che sbuca, prepotente e beffardo,dai pensili di una cucina un po’quequera.

I presupposti per il disastro ci sono tutti: un marito pressoché assente (Francesco di Leva), una TV con problemi di ricezione, l’umore altalenante dovuto alla terza gravidanza. Ma per sentirsi al sicuro basta poco: chiudere a chiave la porta che dà sul giardino, tirare le tende. Il mondo fuori, Adriana dentro.

Eppure ecco che inaspettatamente la casa si popola di vecchie conoscenze (Sandro, Luigi Iacuzio, e Rosanna, Rosaria De Cicco) e di nuove (Arturo, Andrea De Venuti). Situazioni grottesche si intrecciano in visioni oniriche, dove i personaggi si trovano a recitare un gioco a parti invertite, a vestiti scambiati: gli ospiti non sono più Rosanna, Arturo e Sandro, che si avvolgono in morbidi asciugamani verdi e camminano a piedi nudi, come fossero i padroni di casa; l’estranea è Adriana, prigioniera di quei muri che l’avevano sempre difesa. Sembra un gioco, uno scherzo. Ma Adriana smette ben presto di ridere. E raccoglie le energie per affrontare i flashback e gli scheletri che nasconde nell’armadio a specchio in cui si vede riflessa mentre dà le spalle al pubblico, mentre dà le spalle al presente, per immergersi in un passato traumatico. Una madre «cattolica, apostolica e romana» e un padre fin troppo indulgente (entrambi interpretati da Gino Curcione) con cui rivive attimi dolorosi e le “montagne verdi” della sua infanzia.

«Fuori da questa casa!» griderà Adriana, stremata, ai suoi ospiti, chiudendosi poi in giardino. Il mondo dentro, Adriana fuori.

Rientrare in casa vuol dire varcare la soglia di quella quotidianità descritta senza filtri da Annibale Ruccello, un mondo le cui ambizioni si ispirano alle finzioni della TV, in cui i desideri sono suggeriti dai dettàmi del consumismo. Un mondo che degenera in un disilluso e incessante scorrere del tempo (scandito prima dai martellanti esercizi al pianoforte di un vicino e, in seguito, dal ticchettio illuminato dell’orologio sulla parete), come un conto alla rovescia per la fine dei giochi.

Del resto, come scriveva Erasmo da Rotterdam, «La vita umana non è altro che un gioco, il gioco della Follia».

NOTTURNO DI DONNA CON OSPITI

di Annibale Ruccello
con Giuliana De Sio
e con (in ordine alfabetico) Gino Curcione, Rosaria De Cicco, Andrea De Venuti, Francesco Di Leva, Luigi Iacuzio
regia Enrico Maria Lamanna
scene Roberto Ricci
costumi Teresa Acone
musiche Carlo De Nonno
luci Stefano Pirandello

produzione Teatro e Società

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