di Francesco Marzano
In occasione del centenario dalla nascita di Giorgio Bassani, Sandro Lombardi al Teatro Franco Parenti legge Gli occhiali d’oro (1958), secondo tassello del ciclo Il romanzo di Ferrara.
Gli occhiali d’oro scintillanti, segno di distinzione ed eleganza, sono quelli di Fadigati, medico stabilitosi a Ferrara, apprezzato e frequentato da borghesi e aristocratici. Ma diventano presto qualcos’altro: il luccichio sospetto proveniente dalle ultime file di platea, al cinema, dove il dottore siede circondato dalle peggiori compagnie, mentre la Ferrara bene lancia sguardi inquisitori dalla galleria. Sì, perché si diffonde voce dell’omosessualità di Fadigati, e allora ecco che tutti si fanno ‘comprensivi’: tanto di cappello al rispettabile medico durante il giorno; di notte, invece, occhiate di soppiatto al Mr. Hyde che Fadigati sceglie di essere. Tutto bene finché mantiene la sua solita riservatezza. L’equilibrio si infrange in seguito allo scandalo di una villeggiatura del medico con il giovane Eraldo Deliliers, cui rimane soggiogato, vittima prima del fascino, poi dei capricci egoistici del profittatore, che, spillatogli tutto il denaro e compromessane la rispettabilità, infine lo abbandona.
In parallelo si sviluppa la storia di uno studente di lettere (l’io narrante) che osserva la vicenda con sempre maggiore partecipazione: matura – in un piccolo percorso di formazione – e cambia punto di vista sul dottore, forse anche per via del travaglio identitario che vive lui stesso, ebreo in pieno clima di leggi razziali. E così l’effimera amicizia tra i due ‘diversi’, che sembrano gli unici a comprendersi a vicenda, loro un po’ di sollievo. Prima dell’epilogo drammatico.
I temi sono attualissimi. Gli occhiali d’oro è una storia di diversità, di esclusione e di identità, che affronta due tragedie, individuali e storiche. Bassani racconta il dramma di due identità rifiutate che possono riconoscersi paradossalmente soltanto nella fusione e nell’inserimento nel mondo, pur crudele, degli altri, di chi è considerato ‘normale’. È una storia di solitudine, di spasmodica ricerca di comprensione, di contatto umano.
Antisemitismo e omofobia non sono superati. Rispetto agli anni di Bassani oggi questa storia va forse un po’ meglio (nonostante cicliche e gravi esplosioni d’odio). Ma finché si dovrà spiegare che cosa sia ‘normale’, finché una rivendicazione d’appartenenza a una cultura/religione o un gesto d’affetto per strada provocheranno dapprima sorpresa e poi, forse, comprensione, l’ebreo rimarrà un’eccentricità sociale e l’omosessualità rimarrà l’“amore che non osa confessare il suo nome”.
GLI OCCHIALI D’ORO
di Giorgio Bassani
con Sandro Lombardi
produzione Compagnia Lombardi Tiezzi
mercoledì 29 giugno 2016, ore 19:30
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