di Francesco Marzano
Forte dei successi delle letture di Camus e Pasolini, Fabrizio Gifuni torna al Teatro Franco Parenti il 24 e 25 giugno con Un certo Julio, reading-spettacolo che omaggia Julio Cortázar e Roberto Bolaño.
Una voce sola, quella di Gifuni, per raccontare due scrittori sudamericani, ormai oggetto di culto in Europa, che hanno annullato le distanze – letterariamente parlando – con l’Argentina e il Cile. Anzi: una voce sola per evocarli, perché Gifuni non racconta ma crea, in una sorta di rito: i personaggi si concretizzano, densi di voce e di dettagli, gli ambienti si distendono davanti a noi, con le loro esatte dimensioni, luci, temperature.
Cosa ascolteremo? Storie di detective, misteriose sparizioni, quotidianità che si trasfigura in episodi surreali, ma sempre con disinvoltura. È di scena l’eccezionalità, del tema e della forma espressiva.
Il Realismo in senso stretto è morto, con buona pace dei seguaci di Balzac. Bisogna lasciar spazio al sospetto che un altro ordine di cose, più segreto e meno comunicabile, governi il mondo. E allora ecco che le proposte dei nostri vengono in soccorso al lettore moderno: tanto il Realismo “magico” di Cortázar, quanto quello “viscerale” di Bolaño ci salvano dall’inintelligibilità della realtà – o almeno ci danno un po’ di sollievo.
La raccolta di racconti Un certo Lucas del primo e il romanzo I detective selvaggi del secondo saranno la nostra chiave di accesso ai loro mondi alternativi. E il titolo dello spettacolo promette bene: ricorrendo alla circolarità propria dei buoni racconti, trasforma Un certo Lucas della raccolta in Un certo Julio, svelando chi si cela dietro l’alter ego dello scrittore, ma passando attraverso Bolaño e Gifuni stesso, coinvolti anche loro nelle dinamiche dello spettacolo, in un gioco di specchi che frammenta e ricostruisce le identità degli scrittori. Scrittori policefali, come idre dalle sette teste (o erano nove?), che cercano di autodecapitarsi, di tornare all’unità. Impossibile: le loro personalità, sfaccettate e poliedriche, proliferano. Di qui i mille alter ego, i romanzi enciclopedici (Rayuela, I detective selvaggi, …), le ramificate raccolte di racconti.
«Il romanzo e il racconto si possono paragonare analogicamente al cinema e alla fotografia», dice Cortázar. Seguiamo allora Fabrizio Gifuni in questa galleria di fotografie – di quelle belle, in bianco e nero – e di spezzoni di film. Lasciamoci sorprendere.
UN CERTO JULIO
Omaggio a Julio Cortázar (e Roberto Bolaño)
con Fabrizio Gifuni
24 e 25 giugno
venerdì ore 19.30
sabato ore 21.15
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