di Giacomo Fadini
Martedì 21 giugno con La solitudine dell’ape di Andrea Pierdicca e Yo Yo Mundi si parla del rischio di perdere la specie più importante per la vita dell’uomo. Se ne parla dal punto di vista dell’uomo. E dell’ape?
È di nuovo lunedì. Non che cambi granché per l’ape operaia, perché di domenica non ha diritto al giorno di riposo. È da parecchio tempo che il sindacato non si fa sentire, e di sicuro non è un buon momento per lamentarsi. Ogni giorno, da qualche parente alla lontana che non si sente più da una vita, arriva la notizia di alveari scomparsi, distrutti, altri abbandonati o vuoti, disabitati.
Da principio sembravano avvenimenti lontani, relegati a qualche sperduto angolo di mondo. Poi hanno cominciato ad avvicinarsi, lentamente, inesorabilmente.
C’è poco tempo per pensare, perché la giornata lavorativa comincia presto e di sicuro finirà tardi. Bisogna esplorare sempre un po’ più lontano, rischiare sempre un po’ di più. Poche le operaie, pochi i punti di raccolta e tantissimi quei maledetti fuchi sfornati a ruota dalla regina, che oltre a non fare nulla per tutta la vita han continuamente bisogno di cure. Se la passano comunque bene nelle sale reali.
Eppure bisogna continuare così per poter vivere. Finché la falce dell’uomo non arrivi anche qua, in questo sperduto e insignificante angolo di bosco. Oppure fare come i cugini, che sono finiti sotto allevamento. Rinunciare alla libertà per continuare a sopravvivere.
Sta arrivando la squadra per il raduno mattutino. L’ape ha decisamente dormito male e si prenderebbe volentieri un giorno di ferie, se solo ci fosse qualcuno a garantirgliele.
Ma i sindacati, si sa, stanno dalla parte dei potenti.
Solo non è chiaro se i potenti siano le regine, o gli umani.
Rispondi