di Andrea Piazza
E se la felicità non arriva possiamo andare a prendercela? Sik-Sik ha intervistato l’autore e regista di Bad and breakfast, commedia venata di noir in scena al TFP dal 26 maggio per la prima nazionale.
Una giovane coppia di trentenni laureati ma sottoccupati. Una notizia disastrosa. La loro casa che finalmente può diventare il bed and breakfast tanto desiderato. Parte come una commedia umoristica ed evolve come un noir dalle tinte surreali l’ultimo testo di Rosario Lisma, che, dopo il successo di Peperoni difficili, propone un dramma dalla risata sinistra.
In scena la storia, a tratti inquietante, di Antonio e di sua moglie Gaia, i quali si trovano ad apprendere alla vigilia di Capodanno che i due vecchi genitori sono stati coinvolti in un grave attentato avvenuto a Sharm El Sheik, dove l’anziana coppia era in vacanza. Ma la reazione dei due trentenni è ben lontana da quella che tutti noi ci aspetteremmo.
Bad and breakfast debutterà sul palco del Teatro Franco Parenti giovedì 26 maggio.
Abbiamo intervistato per voi lettori di Sik Sik l’autore e regista Rosario Lisma.
Rosario Lisma, autore e insieme regista dello spettacolo, e non per la prima volta nella tua carriera. Qual è il vantaggio del ricoprire entrambi questi ruoli? E lo svantaggio?
(ride) Aspetti negativi non ce ne sono. Io ho cominciato da attore scritturato, ma poi è nata in me la voglia di dire delle cose e di dirle in modo a me più congeniale. Vedo solo vantaggi: in questo modo ho in mano tutti gli strumenti necessari a portare in scena il testo come mi piace. Il mio lavoro parte però sempre dalla scrittura, davanti al computer, a volte già penso agli attori in questa prima fase; poi in prova si passa a ragionare sull’effetto che può fare quel copione. Dalla stesura alla messinscena un buon 10% viene modificato, mi è anche capitato di intervenire drammaturgicamente a due giorni dal debutto: è la grande libertà che ti dà l’essere tu stesso autore vivente del tuo spettacolo.
In Bad and breakfast il sipario si apre sulla vita di due trentenni, che spesso sono stati definiti la generazione perduta, troppo grande per i banchi dell’università ma ancora lontana da un lavoro sicuro…
Sono quei trentenni che un ministro definì “bamboccioni”, quelli che hanno fatto il proprio dovere, hanno studiato, hanno lavorato duro, ma che quando sono andati a ritirare il premio che spettava loro non l’hanno trovato. La loro è una promessa mancata, mi piace raccontare la disillusione. Gaia e Antonio, i protagonisti, sono laureati ma vivono nella casa dei genitori. Anche se questo aspetto sociale è solo l’involucro dello spettacolo, il nocciolo è un altro.
La felicità.
La ricerca della felicità. E il desiderio: tutti nasciamo desiderosi, ma la vita – che è tragica, come ci insegnano i greci – ci impedisce la realizzazione di questo desiderio.
Prima scena: arriva in casa di Antonio e Gaia la notizia che i due anziani genitori sono morti durante un attentato terroristico. Ma i due ragazzi non piangono, anzi dopo pochissimo iniziano a festeggiare. Il pubblico viene spiazzato da questa reazione che sembra quasi la legge della giungla del XXI secolo, dove il più forte sopravvive se mangia il più debole.
Non facciamo troppi spoiler (ride, e l’intervistatore incassa il bonario rimprovero, ndr). Inizialmente sono molto felici della morte dei due genitori ma poi si scoprirà che c’era un piano, rimasto nascosto. Ma la questione è un’altra, di natura etica: se la felicità non viene da sola, devo attivarmi io come individuo fautore del mio destino? E fino a che punto mi è lecito essere artefice della mia sorte passando sopra alla felicità altrui? Questione di morale ma anche di opportunità: mi conviene farlo oppure no?
Lo spazio volge al termine, la domanda può sembrare antipatica ma è ineludibile: cos’è la felicità per Rosario Lisma?
Credo – ma non ne sono tanto sicuro (ride) – che la felicità sia apertura alla vita, qualunque essa sia. Non siamo noi a governare la vita. La vita è come un grande canotto – è un’immagine che è uscita durante le prove di questo spettacolo – un gommone sul quale scendi le rapide di una cascata e tu puoi dare solo qualche colpo di timone che però non serve a molto. Puoi solo abbandonarti alla corrente, alla fine.
dal 27 maggio al 12 giugno
BAD AND BREAKFAST La casa felice Produzione Teatro Franco Parenti/ in collaborazione con Jacovacci e Busacca Prima nazionale Hashtag ufficiali: #commedia #giovaniregìe #bad |
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