di Francesco Marzano
La flautista di Chicago torna a Milano lunedì 25 Aprile per Jazz al Parenti col suo Quartet: sonorità afro-americane e intuito femminile danno nuova linfa al jazz.
Che il jazz non fosse appannaggio dei soli uomini ce l’hanno mostrato Sarah Vaughan, Billie Holiday, Nina Simone, Alice Coltrane e Dorothy Ashby. Ma per ribadirlo, se ce ne fosse bisogno, torna a Milano Nicole Mitchell con il suo ultimo lavoro Artifacts, scritto in collaborazione con il violoncellista dei Black Earth Strings Tomaka Reid.
Pluripremiata flautista e compositrice di Chicago, ha fondato il Black Earth Ensemble e il Black Earth Strings ed è attiva in molti altri progetti (Indigo Trio, Ice Crystal, ecc.). Insegna Integrated composition, improvisation and technology alla University of California (Irvine), corso che da solo basterebbe a mettere in luce la poliedricità della musicista, oscillante tra improvvisazione e musica scritta, tradizione afroamericana e innovazione.
La musica della Mitchell celebra la cultura afro-americana, ma si espande su altri generi e innesta nuove idee su sostrati d’avanguardia jazz, blues, R&B e soul.
Proveniente dall’esperienza del collettivo artistico della Association for the Advancement of Creative Musicians (nata a Chicago, anni ’60), la Mitchell si colloca, in quanto flautista, sulla scia di Eric Dolphy, Hubert Laws e Rahsaan Roland Kirk ed è erede, per la black music in senso lato, dei Coltrane (sia John che Alice) e del “mistico” Pharoah Sanders.
«Trovo la musica in ogni cosa e i miei sogni hanno sempre una colonna sonora di cui a volte conservo memoria al risveglio. La musica è già lì e io mi limito a manifestarla sulla carta in modo che possa essere suonata. È soprattutto una questione d’intuito».
Così la Mitchell, alchimista di un jazz che combina delicatezza melodica e coin volgenti ritmi etnici, descrive il proprio rapporto con la musica.
I suoi organici multi-genere e multi-generazionali propongono sonorità uniche, un jazz contemporaneo: non swing rétro né sperimentalismi ermetici e sfrenati, ma solo il piacere di una musica limpida, spontanea e comunicativa. Sì, perché la Mitchell dialoga con il pubblico, usa flauto e voce per raccontare la sua storia.
Il suo jazz unisce culture e pubblici diversi, è metropolitano e cosmopolita, propositivo e concreto.
LUNEDÌ 25 APRILE 2016 | ORE 21:00
NICOLE MITCHELL’S QUARTET
Nicole Mitchell – flauto
Pasquale Marra – vibrafono
Tomeka Reid – violoncello
Silvia Bolognesi – contrabbasso
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