Viaggio dunque racconto – Intervista a Giuseppe Cederna

A cura di Federica Cavaletti

Sei pezzi unici: dall’8 al 13 marzo, il Teatro Franco Parenti dà voce alla sorprendente esperienza di viaggiatore di Giuseppe Cederna.

Il suo racconto partirà dalla Grecia di Omero; si farà autobiografia, ripercorrendo la strada che porta da Piazza Navona a Mediterraneo; condurrà lontano a est, fino ai segreti dell’India; e infine all’altro capo del mondo, nella giungla frastornante di Hollywood.
Tutto questo con lo stesso intento di svelare, al di là di retorica e luoghi comuni, il valore umano del viaggio e della sua condivisione.

Le serate sono parte delle rassegne MIracconto e Scopriamo: grandi autori, esperienze in prima persona, sullo sfondo di Milano.
Giuseppe Cederna, oltre che scrittore, è attore teatrale e cinematografico. Lo abbiamo conosciuto nei panni di soldato in Mediterraneo di Gabriele Salvatores; lo conosceremo ora come uomo.

Giuseppe Cederna: attore, scrittore e viaggiatore. Cosa unisce queste sue tre vocazioni?

«Innanzitutto la storia della mia vita. Ho sempre voluto esprimermi attraverso il corpo e la voce. Sono stato attore e lo sono tuttora, ma ho conosciuto momenti di crisi: ho sentito allora l’urgenza del viaggio, come strumento per imprimere una svolta agli eventi. E spesso proprio dal viaggio è risorta la scrittura, che avevo messo da parte e che invece è diventata un modo di raccontare quello che vivevo».

Con Sei pezzi unici lei porta al Teatro Franco Parenti sei viaggi, unici allo stesso modo. Come nasce questa idea? Perché raccontare e ascoltare il viaggio?

«Racconti come quelli che propongo sono interessanti se accompagnati da una riflessione. Io ho voluto riflettere: ho capito come la strada tortuosa del viaggio possa portarci a comprendere chi siamo e vorrei comunicarvelo. Per questo parlerò a cuore aperto, come persona e non come attore».

Cosa la lega ai viaggi che ci racconterà?

«A un certo punto mi sono chiesto chi me l’avesse fatto fare: perché mai portare in teatro sei pezzi diversi, anziché uno soltanto da replicare? Evidentemente però ciascuno aveva la propria ragione. Tramite alcuni luoghi vorrei rappresentare la meraviglia del mondo, ed è il caso dell’India. Tramite altri la sofferenza e la guerra: penso alle acque dell’Isonzo in cui Ungaretti si bagna, quasi avvertendone un potere rigeneratore.
Opinioni di un clown mi porta invece a rievocare i miei esperimenti di clown itinerante e l’inattesa approvazione che ne ricevetti da parte di mio padre».

Il viaggio allora rappresenta anche la scelta di una strada difficile, a metà tra il bisogno di affermazione di se stessi e quello del riconoscimento altrui?

«Proprio per questo mi piacerebbe avere tanti giovani tra il pubblico: sono loro che devono imparare a riconoscere la strada e anche a reagire di fronte al dubbio di avere scelto quella sbagliata. Con le mie storie vorrei dare ai ragazzi qualcosa, come da loro spesso ho ricevuto. Ricordo quando, al termine di un evento in Emilia Romagna, un giovane non vedente volle salire sul palco ad abbracciarmi. In quel momento è avvenuto un incontro: il miracolo delle storie si è compiuto».

Lei ci parlerà delle lacrime di Ulisse, ma anche di Piazza Navona e di Jannacci.
Quanta realtà e quanta immaginazione nei suoi viaggi?

«C’è una continuità tra i viaggi che leggo sui libri e quelli che ho effettivamente compiuto, perché in entrambi troverete qualcosa di me stesso. Prendiamo Ulisse. Leggendo Omero, un ricordo delle letture di mio padre, io lo sento rivivere in me. E questa per me è realtà, non immaginazione».

In un altro dei suoi pezzi, protagonista è l’India. Ripensare se stessi e conoscere l’altro: lei lo chiama «Il Grande Viaggio». Come prepararsi a un simile incontro?

«Per conoscere gli altri serve coraggio. La speranza di ogni grande viaggio è quella di sentirci parte dell’umanità che ci circonda: ma questo può accadere soltanto abbandonando la paura. Anche quando il mondo sembra, come oggi, sempre più pericoloso e sempre più in guerra.
Così come coraggio serve a conoscere meglio noi stessi, cosa che non possiamo fare se non accettiamo di spogliarci di ogni nostra precedente sicurezza».

Finale di intervista in botta e risposta. Giuseppe Cederna al bivio: viaggiare da soli o in compagnia?

«Non sono un viaggiatore solitario. Amo viaggiare in compagnia di due o tre persone, con anche però dei momenti di grande silenzio».

Programmare e prevedere, o andare allo sbaraglio?

«Tendo a programmare. Ben sapendo che il più delle volte si tratta di una partita persa, perché in fondo accade quello che deve accadere».

Siamo in un paese esotico: prudente riso in bianco o dito alla cieca su un incomprensibile menù locale?

«Su questo è meglio non scherzare: una scelta azzardata può costare una settimana in albergo alle prese con il proprio corpo in rivolta!».

Torniamo in patria: pedalò in riviera romagnola o camminate per le Dolomiti?

«Camminate, non soltanto per le Dolomiti ma un po’ dovunque: in Toscana, in Valtellina, per le Cinque Terre…»

Un grazie e un’ultima domanda da parte dei lettori di Sik-Sik: per Sei pezzi unici servono scarpe comode, cena al sacco e abbigliamento da pioggia?

«Servono soprattutto ascolto e disponibilità: per questo viaggio slacciate le cinture e preparatevi ad ascoltare belle storie!»

 

 

Sei viaggi a cuore aperto
di e con Giuseppe Cederna 

9 – 11 marzo h 22.00 in rassegna MIracconto

8 – 10 – 12 – 13 marzo h 18.30 in rassegna Scopriamo

I 6 incontri:

– Martedi 8 marzo h 18.30 | ODISSEA (da un’idea di Sergio Maifredi per il Teatro Pubblico Ligure)
Le lacrime degli eroi. Ulisse, Calipso e Nausicaa ovvero la dichiarazione d’amore più bella del mondo.

– Mercoledi 9 marzo h 22.00 | LE OPINIONI DI UN CLOWN
Da Piazza Navona a Mediterraneo passando per Amadeus e Iannacci.

– Giovedi 10 marzo, h 18.30 | LE MILLE ANIME DELL’INDIA
Il Grande Viaggio: le sorgenti e il Sacro.

– Venerdi 11 marzo, h 22.00 | ILIADE (da un’idea di Sergio Maifredi per il Teatro Pubblico Ligure)
Le lacrime degli Eroi. I cavalli di Ulisse e la morte di Ettore.

– Sabato 12 marzo, h 18.30 | IL DIO DEL VIAGGIO
È solo un caso o c’è un Dio che si diverte a darci lezioni di Danza in giro per il mondo?

– Domenica 13 marzo, h 18,30 | IO E NICOLE KIDMAN
Pelle di seta, diamanti e parole killer. Come si sopravvive nella giungla dorata delle star di Hollywood.

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