
Già la scorsa stagione se ne era tornato a parlare con “Prima del silenzio” e anche quest’anno il Franco Parenti continua a riproporre un autore da riscoprire: Giuseppe Patroni Griffi.
Da martedì 17 in sala grande una delle prime e meno frequentate commedie dell’autore napoletano, In memoria di una signora amica (1963), raffinata pièce ambientata tra il 1945 e il 1950, incentrata sul conflitto generazionale tra il passato nostalgico di madri borghesi e il futuro incerto di figli idealisti, nello spaccato di una Napoli dell’immediato dopoguerra.
Testo colto e memorabile ma…quale l’interesse del pubblico di oggi in un dramma che già dal titolo pare così “polveroso”? Forse proprio perché è già un classico, nostalgico e romantico quadretto del suo tempo? «Assolutamente no!» mi riprendono subito le preparate colleghe di Sik-Sik: «non si parla solo di amori e partite a carte tra signore per bene! Viene raccontato un periodo di decadenza della borghesia intellettuale partenopea, momento in cui i giovani avvertirono un senso di degrado socio-culturale, consapevoli che solo abbandonando la loro terra avrebbero potuto dare nuova prospettiva e senso alla vita».
Pura attualità: la generazione contemporanea dei giovani irrisolti dell’era dell’eccesso tecnologico sembra avere lo stesso animo dei predecessori napoletani che anelavano a rimettersi in piedi dopo la guerra. E dopo più di 50 anni eccoci ancora al bivio, tra l’illusione che l’estero possa offrire qualcosa di meglio per il futuro e l’avvilimento di sopravvivere nel solco di una realtà italiana sempre più difficile.
Dilatando il respiro delle tematiche di questo spaccato storico dal ‘45 fino ad oggi, l’adattamento di Francesco Saponaro rappresenta una sorta di aggiornamento del testo griffiano: è uno spiare dalla quarta parete il bel paese di ieri che è anche quello di oggi, uno spettacolo sulla famiglia italiana, cioè «da vedere con figli, genitori e nonni» che può offrire lo spunto, come ai protagonisti del dramma, per tornare a confrontarsi sui limiti e le qualità dell’essere italiani.
«La Napoli di Patroni Griffi ha rappresentato l’Italia, così come il teatro italiano del ‘900 continua ad esserne testimonianza autentica».
Sì, non ho più dubbi ora: invito tutti i lettori a fidarsi delle redattrici di Sik-Sik…Vi aspettiamo!
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IN MEMORIA DI UNA SIGNORA AMICA
17 – 22 novembre
di Giuseppe Patroni Griffi adattamento e regia Francesco Saponaro con Mascia Musy, Fulvia Carotenuto, Imma Villa, Antonella Stefanucci, Valentina Curatoli, Edoardo Sorgente, Eduardo Scarpetta, Tonino Taiuti, Clio Cipolletta, Carmine Borrino, Giorgia Coco, Giovanni Merano, Anna Verde |
Produzione Teatro Stabile di Napoli
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