QUANDO L’IMPRESA VA IN SCENA: INTERVISTA A ROSARIO LISMA

di Maria Teresa Magi
di Maria Teresa Magi

In occasione della XIV Settimana della Cultura d’Impresa, il Gruppo Tematico Cultura, in collaborazione con Confindustria, porta in alcuni dei più prestigiosi teatri italiani “La Cultura va in Scena”: una performance innovativa che unisce musica e letteratura per raccontare la tradizione imprenditoriale del nostro paese.

Noi di SikSik abbiamo intervistato Rosario Lisma, protagonista dello spettacolo, per farci raccontare impressioni, sensazioni e retroscena, alla vigilia del debutto sul palcoscenico del Teatro Franco Parenti.

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Questo spettacolo la vede quale interprete di alcuni brani, tratti da testi classici del panorama letterario e poetico del novecento italiano. Quale tra questi è, secondo lei, il più significativo?

Sceglierne uno solo è veramente difficile! Tutti i brani proposti sono estremamente rilevanti, in quanto ciascuno di essi porta con sé un pezzetto della storia che vogliamo raccontare. Posso dire di apprezzare particolarmente “Una visita in fabbrica” di Vittorio Sereni che, in chiave lirica, ci propone una sorta di archeologia della realtà industriale italiana degli anni ’60. Ciò che traspare, in maniera davvero chiara e commovente, è il senso di reverenza e quasi di pudore che anima chi operaio non è mai stato, nei confronti di coloro che, invece, quella realtà l’hanno vissuta e sofferta in prima persona. Questo stesso tema è ripreso anche ne “La chiave a stella” di Primo Levi, descrizione a mio avviso molto toccante del senso di prigionia  evocato dalle fabbriche claustrofobiche di quegli anni.

In questo spettacolo, inoltre, lei presta la sua voce (accompagnato dal chitarrista Gipo Gurrado) ad alcuni brani musicali di artisti che hanno fatto la storia della musica italiana. Quali sono le motivazioni dietro a queste scelte? In che modo la performance canora si lega a quella recitativa?

La performance musicale apre e chiude lo spettacolo, ed ha il compito di scandirne le varie fasi, fungendo da nesso emozionale tra i vari segmenti recitativi. Ho scelto canzoni note, capaci di delineare, nell’immaginario del pubblico, ambienti e paesaggi dell’Italia industriale, e di evidenziarne la correlazione coi mutamenti economici del paese. Il brano che apre lo spettacolo, ad esempio, è “Topolino Amaranto” di Paolo Conte: un vivace pezzo ambientato nel 1946, che esprime perfettamente la fiducia nel progresso della tecnologia e nel mito della velocità, tipica degli anni della ricostruzione.

Per contrasto, la performance si chiude con “La Ballata sdella Moda” di Tenco, che mette invece in evidenza mode e frivolezze della società borghese, di cui facevano parte i piccoli e medi imprenditori che hanno fatto grande la manifattura italiana.

In quanto rappresentante dello scenario culturale italiano, qual è secondo lei il ruolo che l’arte, in tutte le sue forme, riveste nel panorama economico attuale?

L’arte, a mio parere, ha sempre ed innanzitutto una funzione politica: essa è in grado di accrescere il senso civico del pubblico, alimentandone lo spirito di appartenenza ad una collettività ed  indirizzandolo a vette sempre più alte di comunità.

Inoltre, è sempre bene ribadire che l’arte è nutrimento per l’anima: se costruissimo le nostre vite soltanto su numeri, teorie economiche e formule esatte, la nostra società non potrebbe che perire miseramente.

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Qual è la principale differenza che si riscontra nel passaggio da un ruolo di attore e regista di uno spettacolo, ad un ruolo di lettore?

Non è la prima volta che mi ritrovo nel ruolo di lettore (e cantante), ragion per cui parliamo di una tipologia di performance alla quale sono oramai avvezzo. L’impegno richiesto da un reading è sicuramente minore, ma vi sono delle difficoltà interpretative che negli spettacoli tradizionali non si riscontrano. La differenza principale, infatti, non è data tanto dall’assenza di scenografia o dalla presenza di un leggìo sul palcoscenico, quanto dalla necessità di dare ai brani una sorta di respiro comune, conferendo loro unità e coerenza. Si tratta, in breve, di prestare la propria voce alle parole di un altro e di riuscire, attraverso quest’unico strumento, a farne uno spettacolo.

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Letteratura e industria
La fabbrica, il paesaggio, l’umanità
 
Reading e voce Rosario Lisma
Chitarra classica  Gipo Gurrado

Canzoni da Paolo Conte, Enzo Jannacci, Adriano Celentano, Giorgio Gaber

Letture da
Leonardo Sinisgalli, Vittorio Sereni, Paolo Volponi,
Giovanni Comisso, Luciano Biancardi, Primo Levi, Edoardo Nesi

Incursioni letterarie in fabbrica

Leonardo Sinisgalli-  L’operaio e la macchina
Vittorio Sereni- Una visita in fabbrica

Paesaggi, città industriali e periferie

Paolo Volponi- Le mosche del capitale
Leonardo Sinisgalli- Lambrate
Giovanni Comisso- Un’acropoli d’acciaio nella pianura

Ritratti – Umanità in divenire

Luciano Biancardi- La vita agra
Primo Levi- La chiave a stella
Edoardo Nesi- L’estate infinita

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