Un giro di boa

Di Giacomo Fadini

L’ultimo appuntamento di Jazz al Parenti, eccezionalmente di lunedì sera, con Steve Kuhn, maestro della “new thing”.

A raccontarvi le vite e lo stile dei grandi interpreti che han composto questa rassegna, vi dirò, ci avevo anche preso gusto. Ogni musicista porta con sé un bagaglio di colori e di esperienze che ogni volta mettere per iscritto diventava un’intrigante sfida. Ora siamo arrivati all’ultima giornata di questa brillante rassegna e ovviamente, anche all’ultima presentazione. Una serata unica, lunedì 4 maggio alle ore 21.00, con uno dei più grandi interpreti della vecchia scuola: Steve Kuhn.

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Steve è uno dei pochi che gli anni incredibili del jazz li ha vissuti al massimo. Classe ’38, Brooklin, NYC. Si avvicina quatto quatto al pianoforte da giovanissimo ma già con l’attitudine di un ribelle. Cerca da subito di improvvisare su i brani classici, cosa che lo fa rimbalzare da un insegnate all’altro, fino a Margaret Chaloff, madre di Serge Chaloff, il grande sassofonista. Sarà proprio il figlio della severa insegnante russa a portare l’adolescente Kuhn in concerto per la prima volta.

Se già il nostro Kuhn comincia a suonare con uno dei big, dopo passa da una leggenda all’altra. Prima suona nella band di Kenny Dorham, poi una parentesi in quella di John Coltrane, si unisce a Stan Getz, viene scelto da LaFaro. Ma tutti i suoi “fratelli maggiori” muoiono giovani, chi per eroina, chi per incidenti d’auto, lasciandolo a metà anni ’60 quasi come un sopravvissuto. Kuhn ha parentesi molto brutte: droga, solitudine, povertà. Rientra a NY che Bill Evans gli deve prestare anche il piano. Quello che è riuscito a creare rialzandosi in piedi è però veramente sorprendente.

Quasi 50 dischi da leader lo portarono ad essere la punta di diamante della casa discografica ECM.

Steve ha quel tocco così soave sui tasti che il suo flusso di note sembra l’unica opzione possibile. Tutto quello che esce da quel pianoforte è esattamente quello che dovrebbe. Anche se provare a descrivere uno stile così stupendo in qualche riga è come chiedervi di fare un riassunto della cappella del Brunelleschi. Lunedì 4 navigate per le vie di Milano fino al Teatro Parenti. Arrivate per le 21.00, sedetevi e godetevi lo spettacolo di quest’aura mistica di lontananza dal caos, come solo un’imbarcazione oltre l’ultima boa, prima del mare aperto.

Noi ci rivedremo prestissimo.

Che in ogni caso c’è da tornare sulla terraferma.

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Lunedì 4 maggio | ore 21.00

Steve Kuhn piano, Buster Williams bass, Billy Drummond batteria

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