Il festival dalle uova d’oro

di Valeria Orlando
di Valeria Orlando

In occasione della sua tredicesima edizione, dal 25 al 29 marzo, il Teatro Franco Parenti metterà a disposizione i suoi spazi per ospitare Uovo Performing Arts Festival, evento di autentica e originale poliedricità, nata da un accurato processo di selezione e di integrazione di differenti arti nelle loro sfaccettature. Cosa significa tutto questo?

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Dedicato ad un pubblico spregiudicato, “Uovo performing arts festival è un festival internazionale e indisciplinare sulla contemporaneità che presenta le tendenze più attuali dello spettacolo dal vivo in una confusione positiva di linguaggi e formati. Uovo è una lente d’ingrandimento nomade e indisciplinata che attraverso le performing arts riflette sull’identità e la creatività nei luoghi della città contemporanea”.

Si tratta, quindi, di un evento trasversale e insubordinato che abbatte i compartimenti stagni tradizionali delle singoli arti, al fine di creare un terreno fertile dove lo spettatore possa osservare la realtà come attraverso una lente di ingrandimento: un oggetto particolare che, non a caso, richiama la metafora del teatro come microscopio. La lente perfora la superficie della percezione ordinaria, richiede uno sguardo più analitico e concentrato, ma al tempo stesso annulla i limiti del reale, creando uno spazio “altro”. Ed è proprio il tema del confine che Uovo ha deciso di proporre quest’anno agli artisti partecipanti, i quali si sono messi prontamente in gioco creando un complesso di performance che, grazie all’espressività della danza (Laurent Chètouane con M!M, mk con e-ink, Ramona Nagabczynska con RE//akumulacja, Cristina Rizzo con BoleroEffect – Rapsodia_The long version), la versatilità dell’immagine video e fotografica (Massimo Furlan con Tunnel, Silvia Boschiero e Silvia Costa con A sangue freddo #1), e la sottile ironia della vita quotidiana (Martin Schick con Made for Italy, The Loose Collective con The Old Testament According To The Loose Collective), crea un cocktail prorompente. Nelle sue declinazioni, il confine è inteso come “osservatorio privilegiato di un campo”, esaltazione della marginalità catalizzatrice di possibilità infinite di scoperta e di creazione.

Le brevi tempistiche delle rappresentazioni (massimo 60 minuti) impreziosiscono il contributo artistico dei performer, concedendo momenti di riflessione e di empatia al pubblico, il quale avrà la possibilità di assistere ad otto prime assolute e due prime italiane. Da non perdere, inoltre, è l’irripetibile pranzo (Uovo à la coque) che si terrà sabato 28 marzo: un informale simposio in cui il pubblico avrà l’opportunità di incontrare e conversare con alcuni tra gli artisti del Festival (The Loose Collective, Cristina Rizzo, Michele di Stefano, Biagio Caravano, Simone Bertuzzi/Palm Wine, Martin Schick, Silvia Costa, Ariella Vidach).

25 | 29 marzo 2015
Uovo performing arts festival
XIII edizione

Il festival più indisciplinato dedicato alle performing arts!
Più di 40 gli artisti da tutta Europa, 14 performance tra cui 8 nuove creazioni e 4 prime italiane, oltre a dj set, video e mostre.

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