I sentieri che non ci sono

di Giacomo Fadini
di Giacomo Fadini

Domenica secondo appuntamento della rassegna Jazz al Parenti con Peter Bernstein, chitarrista e maestro dell’improvvisazione.

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Al primo ascolto è decisamente spiazzante: le sue note viaggiano su sonorità in continuo mutamento, la sua chitarra si inerpica in sentieri ogni volta diversi, ogni volta con un rimando unico, anche di pochi secondi. Peter Bernstein si fa inseguire in una corsa continua, dove solo pochi indizi sono rintracciabili. E correndo come folli sui pendii descritti dalla sua chitarra, ci si ritrova, senza esserne consapevoli, in un’altra completa dimensione.

Newyorkese, classe ’67, Bernstein si avvicina alla chitarra a soli tredici anni, dopo 5 al pianoforte. Le migliori scuole del paese, come la “Resberg University” e “The New School” di newyork, diventano il suo ricco banco di prova. Viene invitato, già come studente, a partecipare ai festival jazz della città, dove nei primi anni 90′ venne scoperto da Lou Donaldson. Da lì la sua ascesa, il suo trio e il suo quartetto, la partecipazione nel 2008 al celebre Blue Note 7, uno dei settétti più famosi degli anni 2000. La sua elevazione a icona del genere, con l’imprinting della sua città.

E’ infatti innegabile che nel suo approccio si rifletta la tradizione jazzistica colta e bianca newyorkese, a cui il suo estro creativo riesce a legare influssi dal Memphis blues sino a rimandi flamenco, tastando terreni di be-bop e post-bebop. Ma questo mix non viene gettato in un enorme calderone: Bernstein sceglie ogni scala, ogni accordo e ogni nota con una precisione maniacale. Nemmeno per un momento, nemmeno nei passaggi più virtuosi, la sua chitarra risulta ridondante, ma sempre calda, espressiva, unica.

Eletto da Randy Napoleon a “miglior chitarrista della sua generazione”, Bernstein risulta uno degli ospiti più interessanti di questa rassegna, portando al Franco Parenti e a Milano un modo di suonare che a fatica si riesce ad emulare, tanto meno ad eguagliare.

Domenica 22 Marzo le sue note creeranno, sul palco del Teatro Parenti, scenari più evocativi di qualsiasi scenografia. Le sue note dipingeranno più di qualsiasi colore a olio. Solo che sarà tutto nella vostra testa.

 A mani basse.

A cuore spinto.

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JAZZ AL PARENTI

Domenica 22 marzo | ore 11.00

Peter Bernstein chitarra, Sam Yahel piano, Omer Avital bass, Gregory Hutchinson batteria

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