
La New Orleans di fine ottocento. Il fermento di un città che sta mutando. In quei vicoli che dopo il crepuscolo trangugiano persone, le fioche luci a gas rimangono accese, a guardia degli animi notturni. Il bordello gremito di avventori, il chiasso dei viandanti e nell’angolo il pianista: la voce e sottofondo di un’epoca, il traghettatore delle notti insonni.
L’immagine del Ragtime, vivida come se quell’epoca l’avessimo vissuta, si personalizza nella figura del suo principe, inventore e portavoce Scott Joplin, King of Ragtime. Punta sulla sua figura, e su quella dei diffusori del Ragtime come James Scott e Artie Matthews, il focus di Antonio Ballista nel terzo appuntamento concertistico, Scott Joplin e gli altri, della rassegna Non sparate su Ballista. Il grande e irriverente pianista nostrano si lancia alla ricerca del fil rouge tra un genere nato per gli ambienti più bassi della società e gli innesti europei altolocati, da Debussy a Stravinskji, che Joplin incessantemente inseriva nelle sue composizioni.

E chi meglio di Ballista, una delle pietre miliari del pianoforte in Italia, collaboratore di Morricone, John Cage, Boulez, accompagnatore di Paolo Poli e di Toni Servillo, definito da Rattalino “precorritore dei sentieri di rovi” per il suo impegno nella continua ricerca musicale e artistica, per dare voce ad un genio della musica, ormai bistrattato ad essere solo il compositore della colonna sonora de La Stangata?
Sui pianoforti delle case dei facoltosi possidenti bianchi, dove sua madre lavorava come domestica, la nascita di Scott come pianista. Nelle lezioni del colto Julius Weiss di origine tedesca, il primo che in lui notò i germogli del genio, la sua istruzione, la sua conoscenza della teoria, della storia della musica, dell’opera. L’abbandono della casa paterna alla morte della madre, e gli inizi come pianista nei bordelli di serie B.
Negli organizzati e disciplinati scatti di composizione, Joplin condensa la forza esplosiva di un periodo storico di transizione e il bisogno di certezze e di sicurezze derivanti da esso. Le anime delle melodie popolari e piene di vita dei suoi contemporanei si incarnano nell’ordine della teoria musicale classica, tessendo qualcosa che mai era nata prima di lui. Ballista scaverà nel mito di un’epoca che divenne un tutt’uno con la sua musica, simbolo di segregazione razziale ed emancipazione, di degrado e di riscatto sociale, di allegria sottesa ad una precarietà di vita indicibile.
Rientreremo in quei bui cunicoli, questa volta davvero.
Questa volta più presenti che mai.
Giovedì 18 dicembre, ore 20.00, Teatro Franco Parenti
NON SPARATE SU BALLISTA – SCOTT JOPLIN E GLI ALTRI
con Antonio Ballista
Lorna Windsor (soprano), Davide Tortorelli (testi)
Informazioni e prenotazioni: 02.59995206
Teatro Franco Parenti, via Pier Lombardo 14, 20135 Milano
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