Crisi di coppia in un interno

di Greta Salvi
di Greta Salvi

Proseguono con successo le repliche de Il lavoro di vivere di Andrée Ruth Shammah, con un appuntamento speciale, giovedì 27 novembre alle 20, che vede in dialogo la regista e Haim Baharier.

Carlo Cecchi e Fulvia Carotenuto
Carlo Cecchi e Fulvia Carotenuto

L’azione si svolge in uno spazio ristretto, intorno a un letto sfatto, tra le lenzuola, tra oggetti che evocano la familiarità del quotidiano: cappotti e cappelli che pendono dagli appendiabiti, un frigorifero, tavolini che fungono da comodino. Davanti al proscenio e ai lati della scena pendono veneziane abbassate: dalla platea si ha realmente l’impressione di spiare nell’intimità di una stanza coniugale. È la cornice de Il lavoro di vivere, commedia di Hanoch Levin pubblicata nel 1989, che richiama l’interno di un appartamento borghese, claustrofobico e ordinario come quelli di alcuni drammi di Pinter. Ma nel testo risuonano anche echi di Ibsen e Čechov, padri del dramma novecentesco: il maestro russo, in particolare, è evocato attraverso un riferimento a Le tre sorelle. Un richiamo non casuale: come nel dramma čechoviano, anche ne Il lavoro di vivere i protagonisti, due coniugi di mezza età interpretati da Carlo Cecchi e Fulvia Carotenuto, sono incapaci di vivere il presente, imprigionati tra il rimpianto per il passato e la tensione verso un futuro inconsistente e vacuo, sconfitti dalla noia di trent’anni di vita matrimoniale.

Cecchi, maestro della scena italiana formato alla bottega di Eduardo, abbandona temporaneamente il ruolo di regista, affidandosi alla messinscena esclusivamente in qualità d’interprete. Lo spettacolo, tuttavia, rende omaggio alla meta-teatralità di molte sue regie (da Sei personaggi in cerca d’autore a Sogno di una notte di mezza estate), attraverso l’esplicito richiamo “chi è di scena?” in apertura. Bravi anche gli altri interpreti, Fulvia Carotenuto e Massimo Loreto, alle prese con un testo difficile e perennemente sospeso tra dramma e cinismo, a tratti grottesco e surreale. Grazie alla perfetta alchimia scenica tra gli attori, la commedia passa con naturalezza dagli accenti rabbiosi delle recriminazioni ai toni struggenti del ricordo, dagli insulti graffianti a un’ironia vagamente yiddish che strappa più di un sorriso.

Appuntamento speciale giovedì 27 novembre, alle ore 20: la regista dello spettacolo Andrée Ruth Shammah è protagonista di un incontro a due voci con il maestro Haim Baharier, studioso di ermeneutica biblica, per ragionare sul testo, sulla messinscena e sulla controversa figura di Hanoch Levin, genio della provocazione, campione di insolenza.

28 ottobre | 21 dicembre, Teatro Franco Parenti

IL LAVORO DI VIVERE di Hanoch Levin

regia di Andrée Ruth Shammah, con Carlo Cecchi, Fulvia Carotenuto, Massimo Loreto

Giovedì 27 novembre ore 20.00 

Riflessioni su Il lavoro di vivere 

con Andrée Ruth Shammah e Haim Baharier

Ingresso libero con prenotazione a promozione@teatrofrancoparenti.it

Informazioni e prenotazioni: 02.59995206

Teatro Franco Parenti, via Pier Lombardo 14, 20135 Milano (MI)

http://www.teatrofrancoparenti.it

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