
Gli appassionati già lo sanno: andare a vedere, o addirittura a rivedere, uno spettacolo di Filippo Timi non significa semplicemente andare a teatro, ma assistere a un qualcosa di magico. Succede così anche per Skianto, un monologo che sa di pastiche postmoderno e che affronta, al di là di ogni ideologia del tanto osannato politically-correct, un tema delicato – ma prorompente – come quello della disabilità.
Filippo, il protagonista, non esita, infatti, a definirsi “handicappato” e non “diversamente abile” come ci hanno insegnato a fare ultimamente. Forse perché in lui, in realtà, a parte quella scatola cranica sigillata che dalla nascita gli impedisce di muoversi, parlare e vivere come qualsiasi altro bambino, non vi è proprio nulla di diverso: ama stare all’aria aperta, da grande vorrebbe fare il pattinatore, gli piacciono le costine di maiale e, soprattutto, non si vergogna di essere quello che è.

E proprio in questa ingenua naturalezza che contraddistingue Filippo risiede forse il più grande merito dell’attore, scrittore e regista perugino: l’aver voluto portare in scena non quell’afflato di paura, imbarazzo e, in alcuni casi, anche d’incomprensibile disprezzo che a volte travolge alcuni di noi di fronte a ogni tipo di “diversità”, bensì la prospettiva di coloro che vivono sulla propria pelle un esilio forzato dalla “normalità”. I sogni, le aspirazioni, ma anche la rabbia di Filippo si susseguono infatti sul palco in una girandola di colori, musiche e video che fondono, senza soluzione di continuità, frammenti provenienti dalle più disparate epoche e culture in un miscuglio pop che fa da contraltare alla stanzetta grigia e triste in cui il bambino è condannato a vivere la propria vita-non-vita.
Filippo Timi, che per questo spettacolo attinge a piene mani al suo sostrato autobiografico, riesce, attraverso una mimica e una prosodia eclettica e straordinaria a dare voce a tutte le diverse sfumature che costituiscono l’animo del protagonista, senza mai scadere nella banalità o nella volgarità, anzi, invitando il pubblico a ridere, con lui e di lui, al di là di ogni mancanza di rispetto, ma anche a riflettere, in maniera profonda, su un tema troppe volte liquidato con forzata ostentazione di buoni sentimenti. Skianto è uno spettacolo radicale che portando in scena la diversità dimostra, invece, come nei sogni, nei desideri e nelle aspettative siamo tutti, ma proprio tutti, inesorabilmente uguali e noiosamente normali.
20 novembre | 7 dicembre, Teatro Franco Parenti
SKIANTO
uno spettacolo di e con Filippo Timi
e con Andrea Di Donna voce e chitarra
luci Gigi Saccomandi
costumi Fabio Zambernardi
Informazioni e prenotazioni: 02.59995206
Teatro Franco Parenti, via Pier Lombardo 14, 20135 Milano (MI)
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