Elogio dell(‘) (a)normalità

di Alessandra Goggio
di Alessandra Goggio

Gli appassionati già lo sanno: andare a vedere, o addirittura a rivedere, uno spettacolo di Filippo Timi non significa semplicemente andare a teatro, ma assistere a un qualcosa di magico. Succede così anche per Skianto, un monologo che sa di pastiche postmoderno e che affronta, al di là di ogni ideologia del tanto osannato politically-correct, un tema delicato – ma prorompente – come quello della disabilità.

Filippo, il protagonista, non esita, infatti, a definirsi “handicappato” e non “diversamente abile” come ci hanno insegnato a fare ultimamente. Forse perché in lui, in realtà, a parte quella scatola cranica sigillata che dalla nascita gli impedisce di muoversi, parlare e vivere come qualsiasi altro bambino, non vi è proprio nulla di diverso: ama stare all’aria aperta, da grande vorrebbe fare il pattinatore, gli piacciono le costine di maiale e, soprattutto, non si vergogna di essere quello che è.

Filippo Timi in un momento di Skianto (foto di S. Mauri)
Filippo Timi in un momento di Skianto (foto di S. Mauri)

E proprio in questa ingenua naturalezza che contraddistingue Filippo risiede forse il più grande merito dell’attore, scrittore e regista perugino: l’aver voluto portare in scena non quell’afflato di paura, imbarazzo e, in alcuni casi, anche d’incomprensibile disprezzo che a volte travolge alcuni di noi di fronte a ogni tipo di “diversità”, bensì la prospettiva di coloro che vivono sulla propria pelle un esilio forzato dalla “normalità”. I sogni, le aspirazioni, ma anche la rabbia di Filippo si susseguono infatti sul palco in una girandola di colori, musiche e video che fondono, senza soluzione di continuità, frammenti provenienti dalle più disparate epoche e culture in un miscuglio pop che fa da contraltare alla stanzetta grigia e triste in cui il bambino è condannato a vivere la propria vita-non-vita.

Filippo Timi, che per questo spettacolo attinge a piene mani al suo sostrato autobiografico, riesce, attraverso una mimica e una prosodia eclettica e straordinaria a dare voce a tutte le diverse sfumature che costituiscono l’animo del protagonista, senza mai scadere nella banalità o nella volgarità, anzi, invitando il pubblico a ridere, con lui e di lui, al di là di ogni mancanza di rispetto, ma anche a riflettere, in maniera profonda, su un tema troppe volte liquidato con forzata ostentazione di buoni sentimenti. Skianto è uno spettacolo radicale che portando in scena la diversità dimostra, invece, come nei sogni, nei desideri e nelle aspettative siamo tutti, ma proprio tutti, inesorabilmente uguali e noiosamente normali.

SKIANTO TIMI

20 novembre | 7 dicembre, Teatro Franco Parenti

SKIANTO

uno spettacolo di e con Filippo Timi 

e con Andrea Di Donna voce e chitarra

luci Gigi Saccomandi

costumi Fabio Zambernardi

 

Informazioni e prenotazioni: 02.59995206

Teatro Franco Parenti, via Pier Lombardo 14, 20135 Milano (MI)

http://www.teatrofrancoparenti.it

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