
Una prospettiva distorta, regalata dall’ inconsueto orientamento dello spazio scenico, introduce lo spettatore nell’ atmosfera di straniamento e di insalubrità che aleggia nel rifugio scelto dai due enigmatici protagonisti, Adele e Lucas. Adele, che già dal nome, grazie a La Vie d’Adèle di Abdellatif Kechiche, rimanda ad un soggetto caratterizzato da un incontenibile desiderio di amore, è interpretata da una poliedrica e imprevedibile Arianna Scommegna, sulla quale si abbatte l’ombra di un’intraprendente e moderna Euridice. Il personaggio di Lucas, invece, portato brillantemente in scena da Filippo Dini, sta a dimostrare come la viltà di un uomo che invoca ridicolmente la madre, si possa trasformare nella scelta di non cambiare se stesso.
In un avvitamento di corpi e battute, il regista e autore Giampiero Rappa trova il coraggio di parlare di amore, sentimento che, pur ormai abusato, ancora oggi ha la capacità di plasmare la realtà. E questo è dimostrato, durante lo spettacolo,dalla stessa Adele, la cui fermezza può ricordare ciò che scriveva, nel 1956, la poetessa Sylvia Plath (trad. di A. Ravano):
[…]
Io
so che tu appari
vivido al mio fianco,
e neghi d’esser nato dalla mia testa,
e sostieni che il fuoco
dell’amore che senti prova vera la carne,
ma è lampante,
mio caro, che tutta la tua bellezza e l’ingegno sono un dono
mio.
In un mondo malthusiano, in cui la guerra è l’unico mezzo per far rinsavire i pazzi, i due protagonisti si perdono nei sensi di colpa e nel bisogno fisiologico dell’essere umano di sentirsi amato e protetto. La paura della solitudine, del mondo esterno e della fragilità del proprio corpo creano la cornice ideale per un moderno ed improvvisato Decamerone: turpiloquio, ironia, amore carnale ed insospettabile tenerezza si alternano in un polveroso susseguirsi di giorni indistinti, fino a quando Lucas-Orfeo non si volta a guardare la sua Euridice.
La primavera mi mette di buonumore, afferma Lucas, in un mondo ormai pacifico. Ma sembra rimbombare, eco di una guerra di uomini incapaci di distinguere le emozioni dai sentimenti, il tetro monito di Eliot: Aprile è il più crudele dei mesi.
Con lo sguardo finale tra i due attori seduti agli antipodi di un tavolo spoglio, richiamo a quello che divideva Marina Abramovic e Ulay alla mostra The artist is present (2010), si infrange con malinconia la rarità di quel rapporto.Lo spettatore, entrato in sala nei panni di un’invincibile Adele, ne esce in quelli di un fragile e titubante Lucas.
18-30 novembre, Teatro Franco Parenti
IL CORAGGIO DI ADELE
di Giampiero Rappa
con Arianna Scommegna e Filippo Dini
Informazioni e prenotazioni: 02.59995206
Teatro Franco Parenti, via Pier Lombardo 14, 20135 Milano (MI)
Bellissima la musica. Disorientante…soprattutto nella parte finale dell’incontro dopo la guerra. E’ tutta di Cordovani? Sapete indicarmi dove si può trovare? Mi piacerebbe riascoltarla.
Grazie
Cara, ecco il link della pagina Soundcloud di Cordovani. Trovi il tema dello spettacolo tra le tracks elencate. A presto e continua a leggerci!
https://soundcloud.com/mcordovani