Bim Bum Renzi – Intervista a Claudio Cerasa

Si discute del futuro di Renzi e della sinistra italiana al Teatro Franco Parenti giovedì 26 giugno alle 21.15 con Massimo Cacciari e Adriano Sofri, in occasione della pubblicazione del discusso pamphlet di Claudio CerasaLe catene della sinistra (Rizzoli), riflessione critica e impietosa sulle ragioni che, negli anni, l’avrebbero resa una forza minoritaria “per vocazione”. In attesa dell’appetitosa serata, cui interverranno anche Aldo Grasso, Alessia Mosca ed Elisabetta Soglio, abbiamo intervistato l’enfant terrible che ha scatenato il dibattito: il giovane Cerasa, per l’appunto. Classe 1982, caporedattore del Foglio, è uno che non le manda di certo a dire, tanto meno a noi. E allora, proviamo a chiederglielo: non sarà lui a essere il conservatore della situazione?

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Luogo comune vuole che i giovani siano del tutto disinteressati alla politica. Potrebbe spiegar loro perché non dovrebbe essere così (e perché dovrebbero venire all’incontro del 26 giugno)?

I giovani non sono disinteressati alla politica. È la politica che da anni fa di tutto per far sì che giovani non si interessino a essa. Il 26 giugno proveremo a capire perché c’è una stretta connessione tra il fatto che negli ultimi anni la sinistra, terrorizzata da Checco Zalone, terrorizzata dal popolo, terrorizzata dalla pancia del paese, si sia rifiutata di parlare anche i più giovani e di conseguenza si sia rifiutata di rappresentare una parte maggioritaria del paese. Come è successo? Cosa bisogna fare per evitarlo?

Pippo Civati sostiene che la tesi del libro sia: «La sinistra deve fare la destra, almeno un po’, per vincere».  Cosa risponde?

È un vecchio tic della sinistra. Considerare di destra tutto ciò che propone la destra senza capire che non sempre ciò che gli avversari propongono può considerarsi sbagliato. Questo tic ha creato un effetto pazzesco: la sinistra, per anni, è stata ostaggio della politica del “no”, per anni ha costruito la sua identità culturale cavalcando la parola “anti”, e alla fine si è ritrovata a dire no anche ad alcune proposte di buon senso. Tu chiamalo se vuoi strabismo politico.

Il 26 giugno saranno presenti, in dialogo insieme a lei, Massimo Cacciari e Adriano Sofri. Cosa vorrebbe dire a ciascuno di loro?

Mi piacerebbe che ognuno di loro spiegasse quali sono le catene della sinistra che andranno spezzate nei prossimi mesi per non sprecare il 40 per cento ottenuto da Renzi, mi piacerebbe capire quali catene della sinistra non andranno spezzate per evitare che la sinistra si trasformi in una costola della destra, e mi piacerebbe capire che prospettive di vita danno al regime renziano.

Si schiera contro il “nannimorettismo” da girotondo di registi, scrittori e intellettuali «incaricati» di rappresentare la nostra cultura. A Zalone, però, noi continuiamo a preferire Moretti: vocazione a restare minoritari o buon gusto cinematografico?

Di questo ne parlerà Aldo Grasso. È il difetto culturale più significativo con cui deve fare i conti la sinistra di Renzi. Imparare a considerare non di “destra” tutto ciò che viene dalla televisione, e imparare a emanciparsi dalla cultura cinematografica. La sinistra ha perso a lungo perché ha considerato l’elettorato berlusconiano come se fosse un elettorato indegno. E perché ha considerato a lungo il berlusconismo come un orrendo prodotto della tv commerciale. La novità è che oggi forse, e dico forse, c’è un governo e un presidente del Consiglio che fa politica con il metodo Bim Bum Bam. Giovedì capirete in che senso.

Nel suo libro cita più volte Tony Blair, e suggerisce a Renzi di contemplare Schröder come modello di riferimento: che fine ha fatto Barack Obama?

Obama è un modello estetico e di linguaggio per Renzi. Non ha portato una rupture significativa dal punto di vista dei contenuti. I democratici americani erano già da tempo riformati e maturi. Schröder e Blair hanno invece fatto con i loro partiti quello che Renzi dovrebbe, anzi, dovrà fare con il suo partito: dimostrare che non si può cambiare il paese se prima non si cambia il proprio partito e dimostrare che per cambiare il partito oggi bisogna cambiare non solo uomini e donne ma anche le proprie coordinate culturali. Rompere i tabù. Rompere le catene.

E la «generazione Bim Bum Bam», guidata dal nuovo premier e dalla corte post-ideologica che gli gravita attorno, riuscirà, secondo lei, a spezzarle? 

Mettiamola così: Renzi ha il consenso, l’età e la forza per muoversi con incoscienza e raggiungere questo obiettivo. Dipende solo da lui. Non ha scuse. Non ha alibi. Ha costruito un governo a sua immagine e somiglianza. Con pochi personalismi. Molto accentramento. Finora, però, è alla fase enunciazione. Nei prossimi mesi dovrà dimostrare che, oltre all’enunciazione, c’è anche una voglia matta di liberare non solo la sinistra ma l’Italia dalle sue schiavitù. Penso alla giustizia. Penso alle tasse. Penso alla pubblica amministrazione. Renzi non ha ostacoli, dipende solo da lui, e proprio per questo, dovesse fallire, sarebbe ancora più grave.

Cerasa: e se fosse lei a essere il conservatore incatenato?

Troppo facile. Sono solo un osservatore con simpatia per il Partito democratico che studia da anni questo mondo folle e vede una serie di contraddizioni che sarebbe stato folle non mettere insieme. Il libro, volendo, è una guida utile a come non buttare nella cartellina trash il 40 per cento incassato alle Europee. Il latte è finito. Ora la sinistra deve staccarsi dal seno e diventare grande.

CACCIARI GRASSO SOFRI DEFINITIVA
Da sinistra, Massimo Cacciari, Aldo Grasso, Adriano Sofri.
mosca lui soglio DEFI
Da sinistra, Alessia Mosca, Claudio Cerasa, Elisabetta Soglio.

Giovedì 26 giugno, ore 21.15 @ Teatro Franco Parenti

RENZI OGGI, E DOMANI?

Saluto di Andrée Ruth Shammah

Intervengono Massimo Cacciari, Claudio Cerasa, Aldo Grasso, Alessia Mosca, Adriano Sofri.  Coordina Elisabetta Soglio.

In occasione della pubblicazione del libro

Le catene della sinistra

di Claudio Cerasa

(Rizzoli)

Ingresso libero. È gradita prenotazione a biglietteria@teatrofrancoparenti.it; tel. 02.59995206

Teatro Franco Parenti, via Pier Lombardo 14, 20135 Milano (MI)

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