
Il quarto appuntamento del ciclo Di-pendenza-da si è svolto nel momento giusto e con l’uomo giusto. Claudio Martelli, politico e giornalista che non ha bisogno di presentazioni, ha dato l’avvio a una lezione, dal titolo La dipendenza politica: sinistra e destra addio?, esattamente in questi giorni caldi del dibattito post voto europeo e regionale. E la platea, partecipata da adulti più che da giovani a dire il vero, ha colto gli input lanciati dando vita a un dialogo culturalmente stimolante e potenzialmente infinito, offrendosi come il primo di una lunga serie di possibili incontri.
Per Martelli non ci sono dubbi: la politica ha una sua peculiare autonomia. Il suo essere correlata all’economia e alla morale, per esempio, non crea dipendenze assolute e chi considera la politica un’applicazione dell’economia, cade in errore. Del resto quando l’elettore è chiamato a scegliere, non è l’andamento economico a interessarlo, bensì i leader, vecchi o nuovi che siano, che gli sono posti davanti. Si tratta di «empatia-simpatia-antipatia», non di andamento dei mercati.
Non si può tuttavia negare la di-pendenza della politica dall’ideologia che Martelli ha definito un «interessante paradosso», poiché l’ideologia è capace di amalgamare l’osservazione oggettiva della realtà e la coscienza interiore, di considerarsi «depositaria di un sapere inconfutabile e insuperabile» e di eliminare tutti gli avversari che la ostacolano. L’intento di ogni ideologia, dal Cristianesimo alla Rivoluzione francese ai totalitarismi, è stato quello di assorbire la politica precedente e applicare la propria idea di società perfetta.

Così è stato per il fascismo come per il comunismo, per la sinistra e la destra italiana; ma questo non vale per l’oggi. Come afferma Zygmunt Bauman «la politica è liquida come la società», i confini tra destra e sinistra sono mobili e oscillano come i punti di vista di un mondo che è cambiato, di una politica che fluttua incessantemente sulle tendenze dell’opinione pubblica.
Ora la sinistra persegue l’austerità e la destra esprime i bisogni del popolo, svuotando di significato questa dualità in Italia come in Europa: il terreno su cui erano nate non c’è più, sono venute meno «le strutture collettive e psichiche della democrazia».
Puntuale e scottante è giunta, tra le molte osservazioni, la domanda dal pubblico: da dove ripartire?
Secondo Martelli spetta ai leader politici dire la verità sul nostro Paese, anziché continuare a nasconderla: «solo la verità è rivoluzionaria e in Italia non c’è». La potenza racchiusa nelle mani dei media è eccessiva e deviante, pertanto è necessario creare luoghi fisici oltre che virtuali di incontro, dialogo e discussione democratica. La partecipazione dei cittadini non può essere ridotta al momento del voto e la politica non può fare a meno dei suoi pilastri, i partiti.
A tutti noi spetta il compito di informarci, conoscere e riconsegnare il potere di scegliere nelle mani del popolo. Voi siete pronti?
Credo che Gaber avrebbe risposto «destra? Sinistra? Destra? Sinistra? Basta!».
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