Il cinema racconta la fotografia

di Livio Giuliano
di Livio Giuliano

Ho molti amici che hanno iniziato ad amare Bob Dylan dopo aver visto I’m not there di Todd Haynes. Sebbene questo approccio possa sembrare poco spontaneo – poiché consente di far tesoro di un artista solo grazie allo sguardo di qualcun altro – bisogna ammettere che, talvolta, queste mediazioni riescono a fare luce su aspetti che ignoriamo. In tre appuntamenti al Teatro Franco Parenti (30 aprile, 7 maggio e 14 maggio), la rassegna cinematografica Obiettivo fotografico presenta i documentari dedicati a Gregory Crewdson, Bert Stern e Tim Hetherington, importanti esponenti della fotografia d’autore contemporanea. Per chi ignora i loro nomi, sarà l’occasione di venire a conoscenza di tre grandi maestri della camera oscura; per chi li conosce, l’invito è a gustarli secondo inedite prospettive.

Uno scatto di Gregory Crewdson, dalla raccolta "Beneath the Roses", 2003-2005
Uno scatto di Gregory Crewdson, dalla raccolta Beneath the Roses, 2003-2005

L’istante perfetto – Il mondo di Gregory Crewdson, di Ben Shapiro, indaga il metodo di lavoro del fotografo americano: l’obiettivo di Crewdson (classe 1962) si appropria voyeuristicamente di attimi vissuti dalla gente comune, ritratta come immobile gruppo di manichini dagli sguardi spenti, all’interno di ambienti in cui nulla sembra emettere rumore. Un ricercatissimo lavoro sulla post-produzione consente a Crewdson di mettere a fuoco ogni luogo dello spazio inquadrato, determinando un iperrealismo tale da avvicinare la sua estetica alla pittura di Edward Hopper o alle ossessioni dei romanzi di Philip Roth. A fine proiezione segue un incontro con Roberto Mutti, critico fotografico di Repubblica, direttore della rivista online Kairòs e docente presso l’Istituto Italiano di Fotografia e l’Accademia del Teatro alla Scala.

Bert Stern (1929-2013) ha immortalato Sue Lyon per la locandina di Lolita di Stanley Kubrick, ci ha consegnato i ritratti di Marcello Mastroianni, Liz Taylor, Romy Schneider, Audrey Hepburn e Alain Delon, ed è stato l’ultimo artista a catturare l’immagine di Marilyn Monroe per un servizio commissionato da Vogue (2.571 scatti!), nella raffinata cornice del Bel-Air Hotel di Los Angeles. La fatalità della morte della diva lo ha consacrato come uno dei riferimenti della fotografia commerciale. Mitizzare quell’unico set – come vorrebbe il titolo italiano (L’uomo che fotografò Marilyn) del documentario di Shannah Laumeister – significa limitare l’importanza del lavoro di Stern, tra i maggiori artefici dell’immaginario collettivo legato a Hollywood, intesa come locus del desiderio, cornice di successi, esotismi e ricchezze. Il documentario, in originale Bert Stern – Original Madman, intende offrire dell’artista newyorkese un ritratto privo dell’aura con cui circondava le sue muse, un profilo che dia conto delle ragioni del suo successo. Chiude la serata l’intervento di  Oliviero Toscani, fotografo per Vogue, Stern, Harper’s Bazaar e pubblicitario tra i più noti e controversi (le sue campagne per Benetton hanno fatto storia): a lui il compito di raccontare gli aspetti più avvincenti della carriera di colui che passò tre interi giorni a ritrarre la star di Niagara.

Tim Hetherington (1970-2011) incarna l’archetipo dell’eroe della contemporaneità, l’uomo che rischia la vita per ragioni civili, per testimoniare le efferatezze dei conflitti afghani e africani. Fotoreporter degli orrori della guerra, mutati secondo una personale estetica del conflitto, Hetherington è divenuto egli stesso vittima dell’oggetto della sua rappresentazione: è morto a Misurata il 20 aprile 2011, ucciso da un colpo di mortaio. Uno scherzo del destino che gli è valso, come da copione spielberghiano, l’elevazione a mito. Tim Hetherington – dalla linea del fronte di Sebastian Junger è il mezzo per conoscere il coraggio – e forse anche l’ambizione – di chi ha messo a repentaglio se stesso per consegnare al mondo la propria visione della guerra. A seguire, appuntamento con Alessandro Scotti, scrittore, giornalista e fotografo: i suoi reportages sul mercato globale di narcotrafficanti e traffico di stupefacenti hanno fatto il giro del mondo, e sono stati pubblicati sulle più conosciute riviste internazionali (Time Magazine, Le Monde, Wall Street Journal, Rolling Stone, Sportweek…).

MARILYN MONROE-side
Marilyn Monroe in uno scatto di Bert Stern e un ritratto di Tim Hetherington

OBIETTIVO FOTOGRAFICO

Rassegna cinematografica in tre appuntamenti

Mercoledì 30 aprile | ore 19.30, @ Teatro Franco Parenti 

L’Istante Perfetto: Il mondo di Gregory Crewdson
di Ben Shapiro

A seguire: incontro con Roberto Mutti

 

Mercoledì  7 maggio | ore 19.30, @Teatro Franco Parenti 

Bert Stern: L’uomo che fotografò Marilyn

di Shannah Laumeister

A seguire: incontro con Oliviero Toscani

 

Mercoledì 14 maggio | ore 19.30, @Teatro Franco Parenti

Tim Hetherington: dalla linea del fronte

di Sebastian Junger

A seguire: incontro con Alessandro Scotti.

 

Informazioni e prenotazioni: www.teatrofrancoparenti.it

 

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