
Vincenzo Consolo tra teatro e musica: le sonorità narrative di Lunaria – favola teatrale scritta nel 1985 dall’autore di Retablo – si intrecciano a quelle liriche e melodiche dell’omonimo spettacolo con Etta Scollo, cantautrice di fama internazionale divisa tra Berlino e la Sicilia.
In attesa dell’evento, presentato in prima assoluta al Teatro Franco Parenti martedì 22 aprile e accompagnato dalle letture di Roberto Herlitzka, abbiamo intervistato Gianni Turchetta, critico letterario, docente di Letteratura contemporanea all’Università Statale di Milano e curatore del Meridiano di prossima uscita dedicato all’opera di Vincenzo Consolo.

Lei ha seguito da vicino la preparazione dello spettacolo ispirato a Lunaria: cosa può rivelarci?
Più esattamente ho seguito la registrazione del disco, da cui poi deriva lo spettacolo. La registrazione è avvenuta, per scelta programmatica di Etta Scollo, a casa di Vincenzo Consolo e di Caterina, sua moglie: perché è un luogo carico di significato, di libri, di oggetti, perché è il luogo dove Vincenzo ha vissuto per tanti anni. Già questo era un motivo di grande emozione: per molti giorni Etta e gli altri musicisti, accompagnati da un tecnico del suono, provavano, riprovavano e registravano, e anche vivevano e mangiavano, facendo risuonare le parole di Consolo insieme, come posso dire?, allo spazio della sua vita, invece che in un anonimo studio di registrazione. Per fare questo, si sono trasferiti per un po’ a Milano, da Berlino. Mentre suonavano e cantavano, gli amici potevano liberamente entrare, sedersi e ascoltare. È stato davvero emozionante e coinvolgente. Inoltre, mentre tutto questo accadeva, per casa Consolo si aggirava anche Luca Lucchesi, un bravissimo regista (ha lavorato anche come aiuto di Wenders), che, senza quasi far percepire la propria presenza, filmava continuamente immagini, che poi ha rimontato in un bellissimo video, che spero possa presto essere distribuito e conosciuto. Il video di un disco e di uno spettacolo che si stanno facendo: opera e meta-opera al tempo stesso.

Siciliani a confronto: la magnetica, potente vocalità della catanese Etta Scollo incontra il mondo barocco e seducente creato dallo scrittore di Sant’Agata di Militello. Come potrebbe reagire il pubblico?
Penso anzitutto che il pubblico resterà colpito dalla originale miscela di testi ad alta densità, come sono quelli di Consolo, e di una musica che riesce a intrecciare, con grande capacità di suggestione, allo stesso tempo radici e sonorità popolari con armonie barocche. Vorrei quasi dire che alla pluralità di lingue del testo di Consolo si affianca felicemente un’altra pluralità, quella di modi musicali, che però si fa sentire fortemente unitaria. È probabile che gli spettatori si ritrovino come immersi in un flusso sonoro che farà risaltare la dimensione lirica dell’opera, ma anche il fascino sensuale di una lingua che, oltre ad essere ricchissima, polimorfa, colta, è carica di risonanze orali: in un certo senso, il testo di Consolo si rivela pienamente predisposto per la pronuncia orale, e per il canto. Credo poi che il pubblico percepirà subito come la musica valorizzi e, per così dire, ricarichi, una compresenza di colto e popolare che è già nel testo di Lunaria.

Sono passati due anni dalla scomparsa di Vincenzo Consolo: perché è importante leggere le sue opere?
Sono certo che Consolo è uno scrittore destinato a restare, che fa parte degli autori che contano degli ultimi decenni. Perché? mi chiederete voi. Perché pochi come lui hanno saputo perseguire, con vocazione implacabile, un’idea di letteratura come linguaggio speciale, starei per dire come luogo “altro”, come spazio cioè per un’esperienza dotata di un’intensità unica, un’intensità tale da metterla in grado di sfidare la densità del reale. Consolo sa bene che le parole non sono cose, e ce lo dice in continuazione: ma la letteratura, pur partendo da questa consapevolezza, affronta la missione impossibile di diventare dura e densa – come le cose. In questa prospettiva, Consolo consegna alla letteratura una valenza etica formidabile, che diventa anche una valenza politica. Solo che non lo fa con un volontaristico “impegno”, bensì chiedendo alla letteratura di essere pienamente, ferocemente letteratura, senza “se” e senza “ma”, senza remore, distinguendosi sempre da altre forme di comunicazione. In questo modo, egli riesce anche, come pochi altri, da un lato a denunciare senza sosta le ingiustizie del mondo, dall’altro a valorizzare straordinariamente la bellezza e la ricchezza della vita: invitandoci a fare del mondo – anche e proprio con la letteratura – un luogo dove valga davvero la pena di vivere.
LUNARIA – Nella gioia luminosa dell’inganno
Con Etta Scollo
Letture Roberto Herlitzka
Martedì 22 aprile ore 20.45 @ Teatro Franco Parenti
Informazioni e prenotazioni: http://www.teatrofrancoparenti.it
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