
Dopo le esperienze de La Locandiera e Sior Todero Brontolon, Andrèe Ruth Shammah porta in scena nuovamente un testo di Carlo Goldoni, Gli innamorati, un altro classico del geniale autore veneziano.

Per l’occasione la Shammah si affida all’ottima compagnia di attori che hanno lavorato con Filippo Timi nel recente Il Don Giovanni e che hanno già collaborato con la regista in occasione dell’allestimento di Ondine. I due protagonisti de Gli innamorati, Eugenia e Fulgenzio, sono interpretati da Marina Rocco e da Matteo De Blasio, affiancati da Roberto Laureri, Elena Lietti, Alberto Mancioppi, Silvia Giulia Mendola, Umberto Petranca e Andrea Soffiantini.
La storia è quella di due giovani innamorati che, benché niente si opponga al loro amore, si tormentano, si rinfacciano le reciproche gelosie, si insultano e si pentono, sprigionando una tensione che coinvolge anche tutti gli altri personaggi.
Affascinata dalla straordinaria modernità del testo goldoniano, la Shammah ne valorizza l’attualità senza incorrere nella banalizzazione di una attualizzazione forzata. La scena semplice e spoglia (scevra da una determinata connotazione storica), priva di quinte, corredata di pochi elementi decorativi (qualche sedia, un tappeto e il guardaroba per i cambi d’abito) e i costumi bianchi, sospesi tra un aspetto settecentesco e uno più contemporaneo, sottolineano l’atemporalità e l’universalità dei temi trattati.

La paura d’amare, l’incapacità di abbandonarsi alla tenerezza dando sfogo, invece, alle pulsioni emotive più deleterie (tanto che ad un tratto appare in scena, minaccioso, un coltello) cadenzano uno spettacolo dal ritmo frenetico e straordinariamente coinvolgente nella misura in cui palesa l’umanità e la conseguente fragilità dei due protagonisti: figure senza tempo, comiche e drammatiche in egual misura che faticano a superare inquietudini e incomprensioni.
La semplicità è la chiave dello spettacolo diretto da Andrèe Ruth Shammah: la semplicità con cui parla del presente senza rimandi espliciti o sottolineature non necessarie è al contempo la semplicità di un testo frizzante, riadattato in certi aspetti (con tanto di un taglio in tempo reale alla drammaturgia originale) ma senza tradire lo spirito e il messaggio della commedia goldoniana.
Forte di un’idea di messa in scena intelligente e sofisticata, Gli innamorati può contare su un cast affiatato, azzeccato e talentuoso, dove i comprimari strappano più volte gli applausi (come Roberto Laureri e Elena Lietti, chiamati a rivestire due ruoli) e i due protagonisti sono perfettamente in sintonia tra loro e danno vitalità alla palese e ingenua inadeguatezza sentimentale di Eugenia e Fulgenzio.
Un plauso particolare va a Marina Rocco, interprete di una Eugenia nevrotica eppure dolce e disperata, sopraffatta più e più volte da un autolesionismo romantico fatto di puerili ripicche, gelosie infondate e rotture tanto clamorose quanto estemporanee. Dopo i successi di Ondine e Il Don Giovanni, la Rocco si conferma interprete estremamente versatile, dotata di misura e sensibilità e l’alchimia con il Fulgenzio di Matteo De Blasio (fanciullesco e trasognato, ma capace di scatti di brutalità insospettabili) è ulteriore valore aggiunto di uno spettacolo godibilissimo e raffinato.

GLI INNAMORATI
26 marzo|6 aprile @ Teatro Franco Parenti
di Carlo Goldoni
regia Andrée Ruth Shammah
scene e costumi Gian Maurizio Fercioni
luci Gigi Saccomandi
musiche Michele Tadini
con Marina Rocco e Matteo De Blasio, Roberto Laureri, Elena Lietti, Alberto Mancioppi, Silvia Giulia Mendola, Umberto Petranca, Andrea Soffiantini
drammaturgia Vitaliano Trevisan
Info e prenotazioni: http://www.teatrofrancoparenti.it
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