
Il peccato originale che macchiò l’Europa durante l’occupazione nazista continua a lasciare infiniti spunti narrativi, che si fondono con il desiderio di mantenere viva una memoria appartenente al nostro passato prossimo. Tanto si è detto, tanto ancora c’è da esplorare: Sono soltanto animali, in scena al Franco Parenti dall’11 al 19 marzo, assolve il compito di raccontare ai contemporanei le testimonianze delle vittime, dei protagonisti e degli spettatori della Shoa.
La regia di Luciano Colavero – autore del testo insieme a Federico Olivetti – concentra l’attenzione su un solo performer, attraverso cui passano testimonianze e passaggi di voci diverse: il protagonista, Antonio Tintis, affronta un testo nato dalla ricerca di squarci di verità attraverso diari, parole, documenti. Un’esecuzione polifonica che orchestra ventiquattro frammenti è lo scheletro dello spettacolo, che si propone come una chiave di lettura a 360 gradi dell’eliminazione sistematica, in nome dell’ideologia nazista.
Il testo deve il titolo a una frase del filosofo Theodor Adorno, «Auschwitz inizia ogni volta che qualcuno guarda a un mattatoio e pensa: sono soltanto animali”: la riflessione non si ferma solo alla crudeltà dei lager, ma è un monito alla comune e silenziosa accettazione di una pratica disumana, che allontanava da sé l’immagine delle vittime per non dover affrontare il ribrezzo e il senso di colpa. Con questo titolo Colavero e Olivetti sfruttano il palcoscenico per ricordare ciò che sembra troppo lontano dai noi, un invito a non abituarsi a uno dei capitoli più violenti della storia contemporanea, visto dagli occhi di, guardando i lunghi grovigli di filo spinato metteva a tacere la coscienza pensando: “sono soltanto animali”.
SONO SOLTANTO ANIMALI
di Luciano Colavero e Federico Olivetti
regia di Luciano Colavero
con Antonio Tintis
Emilia Romagna Teatro Fondazione
in collaborazione con Associazione Strutture Primarie
11| 19 marzo @ Teatro Franco Parenti
Info e prenotazioni: http://www.teatrofrancoparenti.it
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