Cesare non deve morire

di Maria Teresa Santaguida
di Maria Teresa Santaguida

Shakespeare ritorna al Teatro Franco Parenti: in occasione del debutto del Giulio Cesare di Andrea Baracco, in scena dall’11 al 19 febbraio, abbiamo incontrato lo storico Luciano Canfora, e ragionato con lui sul personaggio. È sempre vero che un Cesare deve morire? 

Luciano Canfora
Luciano Canfora

Come si caratterizza il Cesare shakespeariano rispetto a quello storico?

Shakespeare usava ottime fonti: Appiano, e Plutarco, di certo non filocesariano. Ne deriva un capo borioso, dedito al culto del prestigio. Non sappiamo nemmeno chi fosse Shakespeare né perché lo descrisse così, magari inserendo una larvata critica al potere monarchico».

Un punto positivo e un punto critico della figura di Cesare…

Ammirevole è la sua mentalità laica, la libertà di pensiero nella Roma della “religione di stato”: il realismo politico ne fu il frutto. Forse la clementia nei confronti degli avversari, di cui si vanta nei Commentari, fu un azzardo.

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Il sottotitolo del suo libro è un ossimoro, “il dittatore democratico”. Siamo in un momento di snodo: la democrazia è in crisi e ha bisogno di leader carismatici. Vede all’orizzonte un qualche dittatore democratico anche oggi?

Sembra un ossimoro ma non lo è: la dittatura a Roma era solo una magistratura straordinaria. Anche Garibaldi assunse per un periodo la carica di dittatore, mentre Mazzini la rifiutò. Noi pensiamo subito a Mussolini, che in realtà non istituì una dittatura, bensì un regime reazionario, che favoriva le classi proprietarie e ha provocato la guerra civile. Oggi abbiamo già un “dittatore democratico” che è quasi il frutto di un corto circuito della storia: si chiama Euro. Nella Storia le personalità sono importanti- lo è certamente Cesare per Shakespeare – ma solo se diventano simboli del proprio tempo. Il leader carismatico oggi è tale se si guadagna il consenso, e ciò rivela l’ignoranza politica dei nostri tempi.

Con Calvino: «perché leggere i classici»?

Frequentare le lingue antiche scatena l’intuizione, che è la più alta forma di intelligenza. Sono uno straordinario strumento di crescita, anche per uno scienziato nucleare! E ci permettono di capire diversi fenomeni attuali: il ritorno della schiavitù, che molti di voi giovani subiscono, può essere ritrovato in modo macroscopico negli antichi.

Una foto di scena di «Giulio Cesare», regia di Andrea Baracco.
Una foto di scena di Giulio Cesare, regia di Andrea Baracco.

GIULIO CESARE di William Shakespeare

con Giandomenico Cupaiuolo, Roberto Manzi, Ersilia Lombardo, Lucas Waldem Zanforlini, Livia Castiglioni, Gabriele Portoghese, regia di Andrea Baracco
produzione 369gradi e Lungta Film – in collaborazione con Teatro di Roma

11|19 febbraio @ Teatro Franco Parenti

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Giovedì 13 febbraio ore 18

Lectio magistralis di Luciano Canfora — Cesare dei moderni.

Info e prenotazioni: http://www.teatrofrancoparenti.it 

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